"Sulla card universitaria si può e si deve fare meglio". A sostenerlo è il consigliere comunale Lorenzo Rizzato, ex rappresentante degli studenti di Rovigo e pertanto profondo conoscitore dell'ambiente universitario del capoluogo.
"Qualche giorno fa - dichiara Rizzato, rendendosi portavoce di centinaia di studenti universitari rodigini - ho appreso dalla stampa, dell'iniziativa del Cur, il Consorzio universitario di Rovigo, di rilanciare UniverCity card, dopo l'emergenza Covid 19. Si tratta di uno strumento importante per assicurare delle agevolazioni agli studenti universitari del Cur, che vanno ad integrarsi con il tessuto economico e sociale locale".
Rizzato, che della card è stato il proponente, ricorda il percorso di questa iniziativa: "Proposi questa idea prima come rappresentante degli studenti universitari ed a partire dal 2019, dopo essere stato eletto, come consigliere comunale, ricevendo tra l'altro l'apprezzamento e il sostegno pubblico da parte delle associazioni di categoria dei commercianti Confesercenti e Confcommercio. Dopo vari tentennamenti e ritardi da parte dell'amministrazione comunale, il Consorzio decise finalmente di realizzare la Card. Ne fui ovviamente contento, ma fin da subito feci notare quello che, a mio avviso, fu un errore: da sempre infatti sostengo che la card debba essere gestita non dal Cur, ma dal Comune di Rovigo. Questo per permettere un allargamento importante della platea dei beneficiari, attualmente limitata ai soli studenti del Cur".
"La mia proposta prevedeva infatti che la card venisse estesa a tutti gli studenti universitari della città, dunque non solo a coloro che frequentano i corsi di laurea della sede di Rovigo (come avviene attualmente) ma a tutti gli studenti universitari che frequentano l’università, anche fuori città, ma che abbiano la residenza nel capoluogo. Questo ampliamento della platea dei beneficiari comporterebbe degli evidenti benefici, prima di tutto agli stessi studenti che, notoriamente, hanno delle disponibilità economiche ridotte e, in secondo luogo ma non meno importante, rappresenterebbe un sostegno più incisivo per le attività convenzionate perché maggiore è la platea di utenti, maggiore è la possibilità che aumentino gli acquisti di prodotti e servizi convenzionati".
"Aggiungo inoltre che i primi ad essere interessati a questa modifica sono proprio i commercianti poiché gli studenti del Cur nel 90% dei casi provengono da fuori città e rimangono a Rovigo lo stretto necessario per le lezioni, mentre gli studenti residenti abitano in città 365 giorni all'anno e quindi logicamente hanno una maggiore probabilità di acquistare nei negozi rodigini". Rizzato poi continua: "Data la presenza di ben due assessori del Comune di Rovigo alla conferenza stampa di presentazione della Card, mi aspettavo che si fosse maturata proprio questa decisione. Purtroppo però, ancora una volta, sono rimasto deluso nello scoprire che non si è fatto questo ulteriore ed importante passo in avanti. Purtroppo, così facendo continuano a sussistere studenti di serie A e di serie B, una situazione che personalmente trovo inaccettabile. Anche perchè un allargamento di questo genere, non avrebbe comportato alcun costo al Comune, ma solo benefici alla nostra comunità. Ormai è da tempo che sollevo questa questione, come anche quella della apertura serale della aula studio in zona Censer, sia in consiglio comunale sia all'interno della assemblea dei soci del Consorzio, evidentemente però senza riscontri".
Secondo il consigliere, è poi positivo che l’iniziativa sia stata allargata anche agli studenti del Conservatorio rodigino: "Si tratta – riprende Rizzato – di un’estensione del tutto condivisibile che dimostra una certa equità dello strumento".
"Proprio per questo mi sarei aspettato, e continuo ad auspicare, un allargamento ulteriore a tutti gli studenti residenti in città ma che, magari, studiano e frequentano nelle sedi universitarie di Bologna, Venezia, Padova o altre".
Per concludere, il consigliere Rizzato evidenzia: "Rovigo ha tutte le carte in regola per diventare una città universitaria e questo potrebbe dare un enorme contributo a rendere la città più vivace e dinamica, creando anche un maggiore indotto economico. L’obiettivo però si può realizzare solo attraverso il presupposto fondamentale della collaborazione tra le istituzioni locali, altrimenti si resta nel campo delle ambizioni, e recependo le proposte costruttive che provengono da chi conosce bene la realtà universitaria come dagli studenti".
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