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ADRIA IN LUTTO

Addio Ernesto: "Grande, estroverso, imprevedibile"

L'addio della famiglia al pioniere delle cartiere e patron dell'Adriese

La chiesa Cattedrale di Adria  era gremita, colma di persone che hanno voluto bene e che hanno apprezzato Ernesto Scantamburlo, imprenditore locale, padre e persona ben voluta nel panorama polesano venuto a mancare domenica scorsa dopo giorni di ricovero dovuti a un incidente con il proprio cavallo.

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Una scomparsa che ha lasciato di stucco i tantissimi amici, parenti, dipendenti e conoscenti che negli anni avevano avuto il piacere di conoscerlo. Ernesto, oltre ad aver fondato a messo in piedi insieme ai suoi fratelli le Cartiere del Polesine (realtà imprenditoriale unica nella provincia di Rovigo) è stato direttore generale dell’Usd Adriese 1906 per tantissimi anni e ha sempre apprezzato il tanto lavoro fatto dalla propria società. A questo proposito, oltre ai tanti dipendenti delle Cartiere del Polesine, erano presenti anche alcuni giocatori della compagine blugranata, oltre al mister e la dirigenza, che da anni conosceva la simpatia e la qualità di Ernesto Scantamburlo.

Ad inizio della Santa Messa non sono mancate le parole di una delle tante nipoti, che ha voluto riassumere la persona che era Ernesto, dandole risalto: “Pensare che non sentiremo più il tuo entusiasmo e la voglia di vita che diffondevi intorno a te; siamo attoniti e questo silenzio è difficile da accettare. Ti si sentiva arrivare da lontano e ci hai fatto sbellicare dalle risate innumerevoli volte, il nostro zio preferito, il nostro zio mattacchione, un cavaliere d’altri tempi”.

Aggiungendo poi: “Per i tuoi fratelli sei sempre stato quello più grande, ma anche quello più estroverso, fuori dalle righe, imprevedibile. In tante occasioni con il tuo atteggiamento positivo hai alleggerito situazioni che potevano essere serie e preoccupanti; hai vissuto tutta la vita a modo tuo e così te ne sei andato, con la spada in mano. Per chi ti conosce sa che novanta era solo un numero perché il tuo animo aveva la vitalità e l’allegria di un ventenne, mai stanco”. In seguito è stato ripercorsa parte della sua vita: “Un compito difficile poterla raccontare: lunga, intensa, ricca di lavoro, di aneddoti, di incontri, di passioni e amicizie e umanità; non ti sei mai risparmiato, da quando in gioventù caricavi palle di carta a mano, a quando tagliavi l’erba con il tuo trattorino in pieno agosto, o quando davi consigli agli operai”.

Concludendo: “Dove ora sorgono due siti industriali che danno lavoro a centinaia di persone, trent’anni fa non c’era nulla, solo campagna; tu con i tuoi fratelli hai avuto l’intraprendenza di costruire e creare quello che prima non c’era; sei stato l’elemento trainante della famiglia, sempre senza paura, dando anche l’equilibrio nella quotidianità. In questi giorni tanti sono stati i messaggi e siamo sicuri che ogni persona che c’è oggi ha stima di te. Grazie zio Ernesto per quello che sei stato e per la vita che ci hai regalato”.

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