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SAN MARTINO DI VENEZZE

La lezione del giornalista combattente

“Contro la guerra si può far qualcosa”

La lezione del giornalista combattente

San Martino di Venezze ha ospitato Claudio Locatelli, che con i suoi occhi e il suo mestiere di giornalista sta raccontando la guerra in Ucraina. Lui stesso è stato attaccato mentre svolgeva il suo lavoro nei mesi scorsi.

“Si dovrebbe andare sempre nei posti per farsi un’idea di che cosa si parli - premette Locatelli - questo è un principio che in Italia poco si segue. Sono stato diversi anni in Russia, in Ucraina, in Prenestovia, che è una repubblica separatista tra Moldavia e Ucraina. Qui c’è qualcuno che resiste a un attacco, a due passi dall'Europa, ce ne rendiamo conto? Se siamo stati ipocriti con la Siria e con l’Iraq cerchiamo di non esserlo questa volta”.

Locatelli, che è stato anche inviato in guerra per La7 soprattutto nelle fasi iniziali, è nato a Bergamo e ha studiato neuroscienze e psicologia a Padova. Per lui l’impegno in Ucraina ha a che fare con il nostro 25 aprile. “Noi abbiamo insegnato a intere generazioni il 25 aprile come un segno di resistenza che ha portato la liberazione d’Italia - ha aggiunto - ma il 25 aprile è costato sangue e sudore, come è costato ai curdi in Rojava e come sta costando agli Ucraini. Dobbiamo smetterla di imparare la storia coi punti d'arrivo e chiederci come siamo arrivati fino a lì perché qualcuno ci ha perso la vita. Prendere parte significa questo, non bisogna neanche che ti stia simpatica la parte che prendi l'importante è che sia sotto attacco che sia la persona che sia la persona il popolo o la realtà che subisce un’ingiustizia. Tutti possono fare qualcosa, non bisogna per forza imbracciare un Kalashnikov”.

A invitare Carlo Locatelli don Giuliano, parroco molto attivo e seguito di San Martino di Venezze e l’amministrazione guidata dal sindaco Elisa Sette. “Ho accettato insieme ai miei assessori di avere qui con noi Claudio Locatelli proprio perché nel ventunesimo secolo di guerre non dovrebbero essercene più - le parole del primo cittadino - e quindi è giusto dare una testimonianza ai nostri cittadini di quello che sta accadendo e avere informazioni più specifiche giusto anche per capire il popolo cosa sta vivendo. Abbiamo ospitato tante famiglie ucraine, vogliamo essere vicini a questo popolo”.

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