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VENETO

Muore a tre anni, fiori e lacrime per il piccolo Tobias

Il bimbo tedesco è caduto in una piscina e si è spento poco dopo, in ospedale

Muore a tre anni, fiori e lacrime per il piccolo Tobias

Una triste storia si è consumata nel tranquillo complesso residenziale "Residenze Costa al Sole" di Lazise, dove un mazzetto di fiori gialli è stato trovato appeso al campanello del numero 33. Un gesto apparentemente gentile, ma che cela una tragedia: il piccolo Johannes Tobias Niederberger, di meno di tre anni, è annegato nella piscina della sua villetta.

La targhetta con il cognome Niederberger, ormai sbiadita dal tempo, testimonia la presenza della famiglia in quella casa che affaccia sul lago di Garda. Oltre al dolore che ha colpito la famiglia, si è aggiunto lo strascico giudiziario con l'apertura di un'indagine per omicidio colposo, come stabilito dall'articolo 589 del Codice Penale, a seguito di un atto firmato dalla sostituto procuratrice Beatrice Zanotti. I genitori del piccolo, Johannes Werner, 43 anni, e Alexandra, di origine bavarese, sono stati indagati.

E' stato incaricato il medico legale Dario Raniero per eseguire gli accertamenti sul corpicino del bambino, e oggi verrà effettuata l'autopsia come parte della procedura di routine. La comunità è sconvolta da questa tragedia, ma il dolore è qualcosa che non può essere spiegato con le parole.

La famiglia del bambino è stata raggiunta da parenti, che sono arrivati in una Audi nera parcheggiata sotto la tettoia. Un uomo e una donna, probabilmente i nonni, scendono dall'auto con uno sguardo di profonda tristezza. Non riescono ad articolare molte parole, ma il dolore è visibile nei loro occhi. Anche un'altra donna, forse una zia, è presente e scarica alcuni bagagli dall'auto proveniente dalla Germania. I presenti cercano di sostenersi a vicenda in questa dolorosa processione. Tutto ciò accade all'interno della villetta che, nonostante il suo aspetto idilliaco con il prato verde ben curato, è diventata un incubo per la famiglia.

Un vicino di casa di nome Armando Pasoli, fisico di professione, ricorda che la casa è stata costruita nel 1974 e che la famiglia Niederberger viveva già lì. Sembra che ora sia il figlio ad abitarvi. Pasoli ricorda il vecchio Niederberger, che ancora si fa vedere di tanto in tanto. Poche persone erano presenti quando la tragedia si è consumata, ma Pasoli è entrato nella villetta ed è stato testimone degli sforzi disperati per rianimare il bambino, che sono durati quasi mezz'ora. Purtroppo, la battaglia sembrava senza speranza.

Secondo le prime ricostruzioni della tragedia, il padre e la sorellina del piccolo erano nel giardino accanto alla piscina, mentre la madre si trovava in casa.

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