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VENETO

Truffa dello spritz taroccato, barista nei guai

Venivano usati sottoprodotti

Barista cinese taroccava lo spritz, arrivano i Nas e la denunciano

Spacciava sottomarche come autentico spritz: lo vendevano a 2,50 euro, ma impiegavano prodotti da poco, del costo di 3 - 6 euro euro a bottiglia. Tanto è bastato per fare finire indagata una barista cinese di Loreggia, a seguito dell'intervento dei carabinieri del Nas. Lo riferisce il quotidiano "Il Mattino di Padova".

L’accusa ipotizzata dal pubblico ministero padovano Sergio Dini, titolare dell’indagine, è di frode nel commercio, un reato che si verifica quando un prodotto venduto è diverso per origine, provenienza o qualità da quello dichiarato o pattuito.

L’inchiesta nasce in seguito a un controllo ispettivo messo a segno lo scorso maggio dai carabinieri del Nas (il Nucleo anti-sofisticazione) che, a campione, vanno a controllare bar come mense, ristoranti o trattorie. I militari entrano nel locale, controllano il listino prezzi e chiedono di acquisire il registro di carico-scarico della merce. Sorpresa: non c’è quasi traccia di acquisti di bottiglie di Aperol e di Campari, ingrediente-base per poter fare lo spritz visto che, nel menu, il long drink è proposto nelle due versioni Aperol o Campari.

E allora che cosa c’è dentro quella bevanda venduta alla clientela? I carabinieri chiedono di visionare i registri dell’ultimo triennio. E, relativamente a quel periodo, notano l’acquisto di due bottiglie di Campari, quattro di Aperol a fronte di decine e decine di bottiglie di Spritz Mix comprato nei discount (il più usato, costo massimo tre euro a bottiglia) e bottiglie di un bitter da sottomarca più costoso, il cui prezzo, comunque, non va oltre i 7 euro.

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