VOCE
l’intervista
17.06.2023 - 21:14
"Ancora alla ricerca di stagionali, ma chi sa fare impresa, alla fine, una soluzione la trova sempre. Per il futuro? Bisogna gestire meglio i flussi di lavoratori autorizzati dall'estero, che quest'anno è cominciato troppo tardi".
Sono le parole di Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Veneto, che, alla luce della partenza della stagione estiva, commenta l'annoso problema della mancanza di stagionali. Un problema che, purtroppo, ogni anno si acuisce.
Com'è partita questa stagione? Si riscontra ancora la mancanza di stagionali? E in quali categorie?
“Purtroppo la difficoltà di reperire lavoratori stagioni rimane e persiste. Le nostre imprese faticano a recuperare forza lavoro e in particolare quella qualificata. Perché soprattutto quando si parla di ristorazione e strutture ricettive servono professionalità che richiedono formazione, che non si possono inventare dall’oggi al domani. Chiaramente questo è un discorso che in Veneto vale soprattutto per le località turistiche, Rovigo città vive la difficoltà in misura minore, per la provincia è un discorso che riguarda solo Rosolina. Ma le difficoltà in tutte le località balneari sono evidenti".
Si riesce lo stesso a garantire la stagione?
"Beh, si fa di necessità virtù. Questo gli imprenditori lo sanno, e dimostrano sempre di riuscire a trovare delle soluzioni. Ma bisogna ammettere che è sempre più difficile, e non sono magari quelle auspicate dall'azienda stessa. Queste passano ad esempio per una riduzione degli orari di apertura, e a volte anche in una riduzione dei servizi offerti. Si fa in base alla forza lavoro che si ha, cercando di rispondere il meglio possibile sempre alle aspettative dei visitatori".
Ci sono differenze, in questo fenomeno, rispetto agli anni passati?
"Di fatto la mancanza di stagionali di anno in anno peggiora".
Come risolvere il problema?
"Diciamo che da una parte c'è un problema legato all'attrattività che hanno i lavori serali e domenicali, e quindi emerge anche il problema della retribuzione. Ma dall'altra parte le imprese non possono farsi carico del costo del lavoro. C'è un problema di cuneo fiscale e tassazione sul lavoro. Poi bisognerebbe prevedere che gli aumenti legati alla stagionalità ci permettano di aumentare gli stipendi, senza dover pagare di più sul costo del lavoro. A quel punto si potrà intervenire sugli stipendi. Un'altra cosa è poi la gestione dei flussi autorizzati che quest'anno sono decisamente inferiori rispetto alla domanda. Questa gestione deve essere organizzata per tempo, non all'ultimo minuto. Inoltre servono politiche attive nella formazione del personale e su questo devono entrare in campo anche le strutture pubbliche".
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