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Vangadizza, proseguono gli studi

La giunta guidata dal sindaco Giovanni Rossi ha dato il via libera al progetto “Obertenghi 2023”

Vangadizza, proseguono gli studi

Procedono gli studi sulle arche sepolcrali di piazza Vangadizza. Con una delibera approvata nei giorni scorsi, la giunta guidata dal sindaco Giovanni Rossi ha dato il proprio via libera al progetto “Obertenghi 2023”, proposto dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, congiuntamente con il Museo delle mummie di Borgo Cerreto e il Centro di documentazione “Baronio Vincenzi” di Cerreto di Spoleto, previa autorizzazione della Soprintendenza. Nel documento, l’amministrazione spiega infatti che “la realizzazione del progetto, oltre all’avanzamento dello stato degli studi, apporterebbe un contributo fondamentale alla valorizzazione del patrimonio culturale, dando lustro alla città stessa”.

Gli studi sono iniziati lo scorso febbraio con una fase preventiva, durante la quale “non erano previste operazioni invasive né l’apertura delle arche stesse” ma che ha permesso di constatare “la presenza di materiali eterogenei all’interno”. A seguito della prima analisi, l’Università di Pisa ha chiesto l’autorizzazione ad una ”ricognizione dei corpi, seguito dai risultati dello studio bio-archeologico entro sei mesi/un anno dalla ricognizione”, effettuata dall’equipe di ricerca. Nel documento approvato dalla giunta, viene indicato il 12 giugno come data indicativa di avvio ai lavori, che già nei giorni scorsi hanno interessato la parte antistante la cappella della Vangadizza, dove sono collocate le due arche sepolcrali. In attesa di scoprire i risultati della ricerca, i frequentatori di piazza Vangadizza hanno potuto notare il cantiere allestito per consentire le operazioni di ricognizione in sicurezza.

Il progetto prevede la ricognizione e lo studio antropologico e paleopatologico dei corpi di Adalberto Azzo II e della moglie Cunegonda dei Welfen, di Azzo VI e della moglie Alice di Chatillon, deposti, utilizzando le più moderne tecnologie scientifiche, con un approccio multidisciplinare che coinvolgerà esperti di diverse discipline.

“L’importanza dello studio - si sottolinea ancora nella delibera - è data non solo dall’antichità dei resti, ma anche dal grande rilievo dei personaggi, i quali furono, in primis, i fondatori dell’abbazia della Vangadizza. Azzo II fu inoltre il capostipite della dinastia degli Estensi da cui derivò anche la linea degli Hannover, che oggi risulta proseguire nell’attuale casa regnante inglese dei Windsor. Azzo VI fu, invece, il primo signore estense di Ferrara”.

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