VOCE
GUARDIA DI FINANZA
22.06.2023 - 12:43
Combattere quanti, con dichiarazioni false o con altre tipologie di reati, ottengono benefici, bonus e agevolazioni alle quali non avrebbero diritto. O che, semplicemente, evadono le tasse. Questa la priorità, nell'ultimo anno e mezzo, dei Finanzieri della Guardia di finanza di Rovigo, così come degli altri colleghi dei vari comandi del Paese. Mai come in tempi di inflazione, infatti, crisi, bollette alle stelle e caro spesa, diventa determinante combattere chi sottrae risorse pubbliche e, soprattutto, genera distorsioni sul fronte della concorrenza tra imprese e realtà economiche.
E' stato questo il cardine del discorso con il quale il comandante provinciale della Guardia di finanza di Rovigo, colonnello Antonio Morelli, ha sintetizzato un anno di lavoro da parte delle Fiamme gialle polesane. Il contorno era quello rappresentato dalle celebrazioni per il 249esimo anniversario della fondazione del corpo. Teatro della cerimonia, la Pescheria Nuova di Rovigo.
I dati snocciolati dal comandante, impressionanti di per sé - in negativo, ovviamente - e a maggior ragione in una provincia tutto sommato minuscola come il Polesine, danno una chiara idea della voragine che, a livello nazionale, evasione, malcostume, furberie varie aprono sotto i piedi dei cittadini e degli imprenditori onesti, sottraendo una mole agghiacciante di risorse che potrebbero essere impiegate per quei servizi e quelle misure sociali delle quali, mai come ora, vi sarebbe un disperato bisogno. Ma anche per quegli investimenti dei quali il Paese avrebbe necessità per rilanciarsi.
Evasione fiscale. Negli ultimi 18 mesi, i finanzieri del Polesine hanno individuato una base imponibile sottratta al fisco nell'ordine degli 80 milioni di euro, corrispondente a una Iva non pagata di circa 20 milioni. Ben 53 gli evasori totali, termine che identifica quanti, di tutto il reddito percepito, non dichiarano neppure un nero. Per quanto, invece, riguarda l'economia sommersa, strettamente collegata all'evasione fiscale, sono stati 33 i lavoratori in nero individuati.
Reddito di cittadinanza. Sono state circa 300 le persone che, dopo i controlli del caso, sono risultate percepire il reddito di cittadinanza laddove non avrebbero dovuto. Con circa 2 milioni di euro indebitamente percepiti. Un dato che dà conto di due evidenze immediate: in primo luogo di come una misura che poteva avere una importante valenza sociale e di inclusione si sia tradotta in una catastrofe, per la mancata previsione di controlli adeguati a monte dell'erogazione ai richiedenti; in secondo luogo, si vede comunque come il danno provocato dalla indebita percezione del reddito di cittadinanza, spesso al centro della polemica politica, sia comunque decisamente inferiore a quello provocato dall'evasione fiscale "tradizionale", tema sul quale si riscontra però, minore "entusiasmo", diciamo così.
Chiudendo il proprio intervento, conciso ma denso di dati e significato, oltre che particolarmente efficace, il comandante provinciale della Guardia di finanza ha quindi spiegato con chiarezza come, ora, la sfida da combattere al meglio delle proprie forze, sia quella legato al Pnrr: con i fondi che non solo vanno ottenuti, ma vanno poi anche gestiti e protetti, nell'alveo della legalità e nell'ottica del bene comune.
Particolarmente suggestivo, come sempre, il momento delle premiazioni di quei Finanzieri che, a vario titolo, si sono distinti in operazioni di servizio.
Commenti all'articolo
frank1
22 Giugno 2023 - 16:28
le domande per il reddito da nullafacenti vanno fatte on-line..non mi dite che qualcuno con poca dimestichezza con l'informatica,ha inviato il tutto.quindi?? chi ha fatto materialmente la domanda?? questi dovrebbero essere complici nella truffa almeno come chi prende il reddito senz arequisiti.
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