VOCE
spari in classe
22.06.2023 - 22:25
“Toccherà al tribunale dei minori a far capire ai ragazzi la gravità di quanto accaduto”. Amareggiata per la promozione a chi aveva sparato pallini contro di lei la professoressa Maria Cristina Finatti, del Viola Marchesini ribadisce che la sua denuncia nei confronti dei ragazzini che l’hanno bersagliata lo scorso 11 ottobre non si ferma.
La prof ammette di aver appreso la notizia della promozione come un colpo morale, una sorta di ceffone morale. Al Corriere della Sera ha spiegato di considerare la promozione di chi aveva sparato verso di lei come un tentativo di sminuire la gravità di quanto successo. “Hanno trasformato quel fatto in una sorta di gioco. Però averi potuto subire grossi danni. Quel giorno fui anche salvata dalla mascherina che aveva attutito la forza dei pallini sparati contro di me”. Finatti dice di non voler entrare nel merito delle scelte del consiglio di classe che ha promosso i ragazzi, ma è come se fossero stati cancellati i primi mesi di scuola, quelli in cui in classe venne bersagliata dai pallini. La promozione, insomma, come un colpo di spugna su un fatto tanto grave e inaudito da aver sollevato la riprovazione dell’Italia intera.
La docente spera poi che il Tribunale prenda il suo percorso e che quei ragazzi possano capire e crescere, perché anche da esperienze così brutte si può recuperare. E alla giornalista del Corriere della Sera che le chiede se sia giusto frenare la carriera scolastica di due adolescenti, lei risponde laconica: “Certamente non è giusto mettere in pericolo una docente”. Infine la considerazione che quello che spesso gli insegnanti devono subire è certamente maggiore.
Insomma per la terza volta il caso dell’11 ottobre avvenuto in una classe dell’Itis di Rovigo fa il giro di tutti i giornali e le tv nazionali. La prima volta quando si venne a sapere dei pallini sparati da una pistola ad aria compressa e della derisione di tutta la classe nei confronti della prof. Un video che fece il giro dei telefonini e poi, pubblicato dalla Voce, del web a livello nazionale. La seconda volta, qualche mese dopo, quando si seppe della denuncia della docente e delle limitate conseguenze che i ragazzi autori della bravata avevano subito, tanto da spingere la docente a fare ricorso ai legali per cercare quella tutela che non aveva ancora trovato. Infine ora con la promozione dei due giovani e, ancor più, col 9 in condotta che si sono meritati per nessuno sa cosa. E poi la domanda: ma se i ragazzi che sparano ad una prof ottengono quasi il massimo dei voti in condotta, che cosa bisogna fare per meritarsi voti più bassi? E qui si apre anche il dibattito sulla funzione della scuola: deve solo insegnare o deve anche educare?
Intanto Il Codacons annuncia un esposto in Procura e minaccia un ricorso al Tar. “Quanto accaduto è inammissibile in un paese civile - spiega il presidente Carlo Rienzi - Gli studenti colpevoli di aggressioni e bullismo non solo non possono avere 9 in condotta, ma vanno bocciati senza se e senza ma. Assegnare loro un voto così alto non solo è del tutto diseducativo, ma rappresenta da un lato una violazione dei regolamenti vigenti, secondo cui la condotta degli alunni va valutata in base al comportamento tenuto dagli stessi in aula e concorre a determinare la promozione o la bocciatura, dall’altro una grave disparità di trattamento a danno di tutti gli altri studenti”
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