VOCE
VENETO
23.06.2023 - 07:46
Una tragedia sconvolgente ha colpito la comunità di Codissago di Longarone, in provincia di Belluno, quando il piccolo Nicolò Feltrin, di soli 2 anni, è stato colpito da un improvviso malore nella sua abitazione. Il padre ha riferito che il bambino aveva preso qualcosa di marrone da terra al parco e lo aveva ingerito, ma gli esiti di una perizia disposta dalla Procura veneta hanno svelato una verità ancora più dolorosa.
Secondo gli esami complessi e approfonditi, il piccolo Nicolò è morto a causa di un'overdose di droga, in particolare per una massiccia concentrazione di hashish nel sangue. I risultati della perizia, consegnati ai pm dopo mesi di indagini, hanno confermato il terribile sospetto che era emerso immediatamente dopo la morte del bambino. Inoltre, nel sangue del piccolo sono state trovate tracce di altre sostanze stupefacenti.
La presenza così elevata e diffusa delle sostanze indica che l'assunzione di droga potrebbe non essere stata occasionale, ma ripetuta nel tempo. Gli investigatori ipotizzano che la droga venisse somministrata al bambino attraverso il cibo che ingeriva, verosimilmente per favorirne l'addormentamento. L'ampia relazione presentata al Procuratore sottolinea che la quantità di droga nel corpo del piccolo era così alta che anche un soccorso tempestivo probabilmente non avrebbe potuto salvarlo. Il bambino è poi deceduto in ospedale, dove era stato portato dal padre.
Attualmente, il padre è indagato a piede libero per omicidio colposo, poiché non avrebbe comunicato correttamente al personale sanitario cosa fosse accaduto al figlio, giunto in pronto soccorso in condizioni critiche. Le indagini dei carabinieri non hanno trovato prove a sostegno della versione del padre, secondo cui il bambino avrebbe ingerito qualcosa di marrone da terra al parco vicino a casa durante il gioco. Al contrario, emergono sempre più evidenze di un'esposizione alla droga all'interno della casa di famiglia.
Le analisi sul corpo del piccolo Nicolò confermano i sospetti che il bambino abbia ingerito la droga all'interno dell'abitazione e non al parco, come ipotizzato dal padre che era con lui. Inoltre, indicano che il bambino era stato già esposto a sostanze stupefacenti in precedenza.
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