VOCE
Adria
26.06.2023 - 08:30
Il più giovane sacerdote della diocesi, don Nicolò Grandesso, ordinato una ventina di giorni fa, ha presieduto la celebrazione liturgica per il giubileo di suor Lavinia e suor Marilena nella ricorrenza dei 50 anni della loro professione religiosa. E sabato pomeriggio le due carmelitane hanno rinnovato i loro voti davanti all’altare alla presenza di suor Carmela madre generale dell’ordine di Santa Teresa di Torino, insieme a una decina di altre consorelle e di tutta la comunità adriese rappresentata dai tanti fedeli che hanno gremito la chiesa di San Vigilio. Hanno concelebrato l’arciprete della Cattedrale mons. Matteo De Mori, don Bryan, don Paolo, don Mattia, il diacono Simone e don Fabio.
L’amministrazione comunale è stata rappresentata dall’assessora Antonella Ravagnan con tanto di fascia tricolore, sia pure indossata impropriamente. Nel suo saluto ha ricordato “il privilegio di essere qui nel testimoniare lo spessore e la profondità della vostra scelta religiosa. Sicuramente nel corso del tempo avete affrontato tante fatiche e provato tante gioie. Tuttavia se oggi siete qui a festeggiare questo importante traguardo, significa che avete superato ogni cosa con positività”. Ed ha concluso: “Con la vostra preghiera siate vicine alla comunità adriese”. Invece il piccolo Emanuele Stoppa ha espresso il ringraziamento a nome di tutti i bambini della scuola dell’infanzia Santa Teresa del Bambin Gesù.
La solenne cerimonia è stata animata dai canti del coro interparrocchiale San Vigilio - San Rocco diretto da Marina Zanini con Mattia Tessarin al piano, Francesca Zuriati al flauto, Claudia Folco alla tromba e Alessandro Sandolo al violino. Nell’omelia don Fabio ha sottolineato che “Dio non si è scordato di Adria: 50 anni fa ha chiamato Maria Gabriella e Marisa a diventare suor Lavinia e suor Marilena. L’anno scorso ha chiamato don Bryan e quest’anno don Mattia a servirlo come presbiteri. Il Signore chiama: bisogna prestare ascolto alla chiamata. Allora la vostra presenza – ha rimarcato il parroco – ci insegna prima di tutto che non bisogna aver paura di rispondere a quella chiamata. Come ci avete raccontato qualche sera fa, la chiamata non è qualcosa di straordinario, avviene nella quotidianità della vita, basta non avere paura. Sicuramente non è facile rispondere: è una chiamata impegnativa perché il Signore chiede tutto, non solo una parte di noi stessi”. Così concludendo il proprio saluto, la madre generale ha invitato tutti “a pregare per le vocazioni”.
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