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delta radio
28.06.2023 - 19:18
Il gas, il suo approvvigionamento, il consumo, ma anche le sue potenzialità costituiscono sempre un tema all’ordine del giorno. Ne hanno parlato Lisa Roncon, analista di mercato di Adriatic Lng, e il direttore della Voce di Rovigo, Pier Francesco Bellini, sulle frequenze di Delta Radio.
Quali sono le caratteristiche del mercato del gas in Italia?
“L’Italia è un Paese che potremmo definire ‘gasivoro’. Abbiamo infatti un consumo intorno ai 70 miliardi di metri cubi all’annuo. Rispetto al resto dei paesi dell’Unione Europea, ci troviamo al secondo posto dopo la Germania per consumo di gas. Siamo ben forniti sia attraverso i metanodotti, che costituiscono l’approvvigionamento più tradizionale, sia attraverso i rigassificatori”.
Ci dia un po’ di numeri...
“I metanodotti in Italia sono 6. Per citarne alcuni, abbiamo quello che passa da Gorizia a Treviso, portando il gas della Russia; a Gela arriva poi il gas libico; da Mazara del Vallo invece fluisce il gas algerino; da Melendugno il gas della Tap, dall’Azerbaigian. Per quanto riguarda i rigassificatori, sono stati di recente un tema molto dibattuto. Il rigassificatore di Adriatic Lng è operativo dal 2009, risponde al 12% del fabbisogno italiano e ha visto un incremento nella capacità di produzione dagli 8 ai 9 miliardi di metri cubi annui. È seguito da Olt, rigassificatore che si trova a Livorno, che ha avuto un incremento da 3.75 a 5 miliardi a fine del mese scorso. E poi da quello di Panigaglia, il più storico, che produce 3,5 miliardi di metri cubi annui”.
Qual è l’importanza di strutture energetiche strategiche per la sicurezza nazionale?
“Nell’ultimo anno ci siamo resi conto che le certezze su cui riposavamo non erano più così... certe. Un problema geopolitico ha portato alla luce il fatto che tutto quel sistema relativo alla necessità di creare un mix energetico, di orientarci verso fonti rinnovabili, è in realtà quasi un’urgenza che passa necessariamente attraverso il gas naturale. Nelle varie documentazioni proposte dall’Ue, infatti, il gas naturale, pur essendo un idrocarburo rientra nella tassonomia della finanza verde. Il recente connubio di crisi energetica e crisi politica ha sicuramente cambiato le prospettive”.
Che ruolo ha il gas in questa transizione energetica?
“Il gas è un idrocarburo con minori emissioni, è il più pulito nel suo genere ed è facile da trasportare laddove si abbia necessità di rifornimento di energia. La sua abbondanza va a supplire quella intermittenza che è caratteristica, almeno per ora, delle fonti rinnovabili. Quindi può essere immaginato un po’ come il compagno di viaggio di questa transizione”.
Quali sono i maggiori Paesi produttori nel mondo?
“Gli Stati Uniti sono entrati nel mercato in maniera preponderante, seguiti dai Paesi di Africa e Medio Oriente. Adriatic Lng importa per esempio moltissimo gas dal Qatar. Ma ci sono anche delle new entry: dal 2023 abbiamo iniziato a importare gas anche dal Mozambico”.
Qual è il trasporto più conveniente, quello via mare o via terra tramite i metanodotti?
“Il metanodotto è un assett di cui un paese dispone con grosso dispendio di forze ed energie, non solo economiche ma anche sociali, come ha dimostrato il caso della Tap. Senza contare che implica anche una comunicazione tra Paesi. Il trasporto via nave da questo punto di vista è più libero e svincolato da tali dinamiche. Bisogna tenere in considerazione, insomma, non solo l’economicità sull’immediato, ma molteplici fattori: è un calcolo più complesso”.
Tutto quello che è successo in questi ultimi anni che lezione ci ha dato?
“Ci ha dimostrato la necessità di essere più consapevoli delle risorse di cui disponiamo. L’Europa in particolare sta facendo un cammino molto importante, penso per esempio al Fit for 55, con lo sfidante obiettivo di arrivare nel 2030 a ridurre del 55% le emissioni per poi passare nel 2050 a essere climaticamente neutri. È dunque necessario parlare di mix energetico. Abbiamo dinanzi a noi una lunga fase, di cui il gas sarà per ancora per molto tempo nostro compagno di viaggio”.
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