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VENETO

Il grande cuore di Andrea si ferma a 40 anni

Non si è più ripreso dal malore che lo aveva colpito

Il grande cuore di Andrea si ferma a 40 anni

Un grave malore aveva gettato Andrea Nardotto in uno stato vegetativo, e lunedì scorso, a soli 40 anni, ha chiuso gli occhi per sempre. Lascia dietro di sé una famiglia sconvolta, composta dalla mamma Mariagiovanna, il papà Antonio, la sorella Sonia e due fratelli, Denis e Monica. I funerali si sono tenuti oggi, giovedì 29 giugno,  alle 9.30, si terranno i funerali presso la chiesa di San Pietro in Gu.

La tragica vicenda si è consumata mentre Andrea sembrava vivere un momento di felicità. Era appena tornato a casa dopo una giornata di festa e spensieratezza trascorsa nel paese per celebrare la transumanza, uno degli eventi più importanti del Comune dell'Alta. È stato in quel momento che si è sentito male, scattando l'allarme che ha portato i familiari a chiamare il numero di emergenza 118.

Sono arrivate due ambulanze a San Pietro in Gu, ma purtroppo l'assenza di ossigeno al cervello ha irrimediabilmente compromesso le sue condizioni, trasformandolo in uno stato vegetativo. Dopo un periodo trascorso in Rianimazione presso l'ospedale di Cittadella, a causa della gravità della sua situazione, è stato trasferito al Centro residenziale per anziani di Borgo Padova, dove era ospite dal gennaio di quest'anno.

I genitori hanno dimostrato un amore e una cura infinita per il loro figlio, visitandolo ogni giorno nella struttura. Andrea lavorava come operaio presso la Mondi di San Pietro in Gu, dove ricopriva anche il ruolo di rappresentante sindacale. Era molto apprezzato dai colleghi e dai titolari per le sue doti professionali e umane. Il cugino Marco lo descrive come una persona straordinaria, estremamente sensibile, talmente altruista da dover a volte nascondere la sua generosità. Era sempre disponibile ad aiutare gli altri, anticipando le loro esigenze. Mai un rifiuto, ma sempre una doppia conferma, rispondeva sempre "sì sì".

Andrea ha dedicato spesso le sue ferie per accompagnare in vacanza le persone più fragili, senza cercare alcun tornaconto personale, ma solo con la volontà di dare il suo contributo. Ha anche svolto attività di volontariato presso la cooperativa vicentina "Il nuovo ponte", che si occupa di persone con disabilità. Era una persona solare, spontanea e disponibile. Nonostante non avesse una formazione specifica, si sentiva a suo agio e trattava tutti con rispetto. Aveva il desiderio di seguire un corso per diventare operatore socio-sanitario. Per tre anni, dal 2014 al 2017, si è dedicato a accompagnare i ragazzi della cooperativa durante i soggiorni estivi a Jesolo, Arco, Pinzolo e Folgaria.

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