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Le famiglie ora contrattaccano: “Se la prof insiste la denunciamo”

I genitori del ragazzi che ha sparato in classe: “Mio figlio aveva già chiesto scusa. Basta falsità sul suo conto”.

Le famiglie ora contrattaccano: “Se la prof insiste denunciamo”

La prof colpita da pallini e, a lato, l'avvocato Bergamini.

I genitori del ragazzo che colpì Maria Cristina Finatti, la professoressa dell'Itis Viola Marchesini, pronti ad agire in sede penale e civile contro la docente, qualora la stessa proseguisse nell’azione di diffusione di notizie ritenute “mendaci” su quanto accaduto dopo i fatti di ottobre. A confermarlo è lo stesso padre di uno dei giovani che, durante un’intervista telefonica in presenza del legale di famiglia, accusa la docente non solo di aver dichiarato alla stampa informazioni non corrette, ma, con la sua assidua presenza sui media, di essere causa di un massacro mediatico ai danni dello stesso giovane.

“Sono arrabbiato con mio figlio per il deplorevole gesto fatto - specifica il padre - ma sono anche arrabbiato per molte delle cose che stanno accadendo oggi. Come genitore sono del parere che quando una persona sbaglia debba essere punita e debba ricevere una punizione esemplare perché, in caso contrario, non potrà mai comprendere il suo errore”. La famiglia ha deciso però di intervenire perché, per quanto riconoscano l’errore del figlio ritengono che sia sempre stata raccontata solo una versione della storia.

“Fino ad oggi come famiglia non ci siamo mai esposti alla stampa perché ritenevamo che, di fronte ad un episodio del genere, le scuse fatte pubblicamente potessero perdere di valore e avrebbero potuto apparire come fatte per avere visibilità - aggiunge -. Ma ora ci vediamo costretti ad esporci in quanto la professoressa continua a cavalcare l’onda mediatica rendendo alla stampa dichiarazioni mendaci, dando informazioni non corrette e contradditorie ma, soprattutto, dimostrando di non essere a conoscenza del percorso educativo intrapreso da mio figlio dopo i fatti. Vi è il chiaro intento dell’insegnante di influenzare l’opinione pubblica, la quale ha sempre e solo sentito la versione della docente”. Pur specificando ancora una volta di essere molto arrabbiato con il figlio e di non trovare giustificazioni al gesto effettuato il padre precisa che Finatti dichiara il falso quando sostiene che nessuno le abbia chiesto scusa o le abbia dimostrato vicinanza.

“A poche ore dal fatto abbiamo immediatamente intrapreso delle azioni per porgere le scuse alla docente - aggiunge -, prima con una mail di scuse in cui veniva lasciato un recapito telefonico per essere contattati, poi con una telefonata direttamente alla docente”. Procedura confermata anche dal legale Nicola Bergamini che spiega come il giovane abbia anche chiesto alla Finatti di potersi scusare di persona.

“Abbiamo inoltre chiesto alla professoressa un incontro di persona per porgere le nostre scuse ma Finatti ci aveva risposto che la telefonata, per lei, era sufficiente. Mi sono personalmente recato all’istituto per intercettarla durante una delle pause tra le lezioni, abbiamo avuto modo di parlare e aveva accettato le mie scuse”. Secondo il genitore da quel punto in poi la situazione sembrava essere serena, tanto che famiglia e docente avevano spesso contatti arrivando, spiega il legale, anche a scambiarsi gli auguri di Natale. Il padre spiega inoltre che come famiglia, avevano deciso di accettare qualsiasi decisione avesse preso l’istituto nei confronti del ragazzo con la precisa volontà di non interferire od opporsi alle decisioni. A gennaio però la denuncia della docente.

“La professoressa Finatti, attraverso i media, sta sostenendo che i ragazzi non hanno mai chiesto scusa e che non sono stati puniti - continua - eppure la scuola due giorni dopo il fatto aveva inviato una relazione alla questura con la successiva segnalazione al tribunale dei minori, nonostante la docente non avesse ancora presentato la sua relazione. La scuola ha poi emesso un provvedimento disciplinare con la sospensione di 5 giorni con l’obbligo di frequenza. Nel percorso ci sono stati anche colloqui, di gruppo ed individuali, con una psicologa. Quando Finatti dice che non è stato fatto nulla sbaglia, il percorso continua tutt’oggi perché non si è limitato alla sola istituzione scolastica”. Secondo il padre è tempo quindi di mettere una riga sulla questione perché ciò che doveva essere fatto è stato avviato.

“Mio figlio è stato massacrato a livello mediatico e pur non giustificandolo, a quell’età è difficile gestire una cosa del genere. Viviamo in un paese piccolo, le cose si sanno e molti genitori stanno dicendo ai loro figli di non frequentare il mio - conclude - danneggiando la sua vita sociale. Finatti sosteneva che sarebbero bastate le scuse ma non è stato così perché continua ad apparire sui giornali e nelle trasmissioni con dichiarazioni non vere che infangano nostro figlio. Ha accusato quei giovani di aver fatto quello che hanno fatto per avere visibilità ma quella che da 9 mesi appare ovunque è lei, non noi. Se continuerà in questa direzione saremo costretti a muoverci tramite avvocato. Non avevamo voglia di ulteriori problemi ma se qualcuno non la ferma saremo costretti a farlo”.

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