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LA STORIA

Aumenti, un balneare batte il Demanio

Un operatore ha impugnato il decreto: provvedimento sospeso. E Unionmare canta vittoria: “Bravo, collega”.

Aumenti, un balneare batte il Demanio

Il Consiglio di Stato ha sospeso l’aumento del 25% dei canoni demaniali in capo agli operatori balneari, dopo il ricorso presentato da un concessionario di Rosolina Mare. Congelati, dunque, gli effetti del decreto ministeriale in materia. E Unionmare Veneto canta vittoria: “Un aumento così importante del canone penalizzava il Veneto”.

Di fatto - scrivono dall’associazione di categoria - quello stabilito nel dicembre era stato l’incremento più alto di sempre sui canoni demaniali marittimi. A livello nazionale, il calcolo era stato adeguato agli indici Istat sull’inflazione, portando il rincaro al 25%. Un concessionario demaniale di Rosolina Mare, però, assistito dall’avvocato Valerio Migliorini, ha impugnato il provvedimento al Consiglio di Stato, ottenendo ora la sospensione del decreto.

“Accogliamo con grande favore l’ordinanza del Consiglio di Stato - commenta il presidente di Unionmare, Alessandro Berton - che di fatto ha decretato illegittimo il decreto del 30 dicembre scorso. Già a suo tempo avevamo sottolineato l’inopportunità di questa accelerazione, un aumento così importante che finiva di fatto per penalizzare il Veneto, un territorio virtuoso dove da tempo i canoni demaniali minimi non sono presenti e già vengono indicizzati su quella che è la dimensione in metri quadrati delle concessioni. Più volte in questi mesi abbiamo ribadito come il tema della questione balneare debba essere affrontato in una riorganizzazione organica del settore e non con degli scatti in avanti com’è stato appunto il caso del decreto di dicembre”.

Berton, dunque, rivolge “un plauso al collega di Rosolina promotore di questa iniziativa che in qualche modo ha accolto la denuncia che anche Unionmare Veneto ha fatto dal primo istante, ovvero lamentare che questo aumento avrebbe finito per penalizzare alcuni territori, e il Veneto in particolare essendo la regione che più contribuisce al versamento dei canoni demaniali rispetto ad altri territori costieri italiani”.

L’aumento per il momento è stato sospeso, e il provvedimento riguarda solo l’azienda che ha presentato questo ricorso. Proprio per questo già la settimana scorsa Unionmare si è confrontata, con il supporto del team legale, per “avviare un’azione collettiva per far sì che tutti i concessionari che afferiscono al nostro sistema possano nei prossimi giorni presentare un ricorso pluralistico e collettivo. Ricordo che il Veneto è la regione che paga di più dal punto di vista dei canoni demaniali. Andiamo dalla situazione più importante della Bibione Spiagge, con oltre 600mila euro di canone annuo, che avrebbero quindi avuto un incremento di 150mila euro, ma ci sono anche i 300mila euro di Caorle, i 250mila euro del Lido di Venezia, solo per fare alcuni esempi. Il nostro tessuto imprenditoriale balneare - conclude Berton - è composto principalmente da maxi concessionari, che quindi pagano molti soldi. Questo aumento sarebbe stato dannoso anche perché le aziende, in una stagione così difficile come si sta dimostrando quella corrente, avevano fatto un grande sforzo per assorbire l’aumento dei costi per fare in modo che non si ripercuotessero sull’utente finale. I prezzi per la stagione 2023, infatti, non hanno subito aumenti, proprio per far fronte a questa situazione”.

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