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“Zes, ancora non ci siamo”

E’ questo il messaggio emerso dal convegno organizzato dal Partito Democratico

“Zes, ancora non ci siamo”

I Circoli della Sinistra Po, unitamente alla segreteria provinciale del Partito Democratico, hanno cercato, lunedì scorso, di mettere un po' d’ordine relativamente allo stato dell’arte della Zes, la Zona Economica Speciale che, a distanza ormai di qualche anno, per quanto riguarda il Polesine e la provincia di Rovigo ancora non è realtà.

Il convegno, celebrato nella sala consiliare del municipio di Occhiobello, ha provato a mettere in ordine la situazione assecondando la posizione di tanti degli enti istituzionali, di categoria e sindacali, coinvolti a vario titolo nel progetto. Molti presenti al tavolo dei relatori, dalla Camera di Commercio a Confindustria, da Cgil, Cisl e Uil alla Provincia di Rovigo, fino al senatore Andrea Martella, in regione segretario del Partito Democratico, a Roma, nella veste di senatore della Repubblica, tra i maggiori sostenitori di questo progetto. E il Partito Democratico, provinciale, regionale e di zona, oltre a sostenere la necessità di avviare questo percorso, continua a proporsi come soggetto dialogante, finalizzato alla costruzione di un tavolo di lavoro in grado di affrontare la questione con competenza, senso di responsabilità e reciproca disponibilità.

Sulla carta, o meglio, attorno al tavolo, solo attori disponibili al dialogo, dal presidente della Provincia di Rovigo, Enrico Ferrarese a Paolo Armenio di Confindustria, dai sindacati agli enti rappresentati a Occhiobello, la sensazione è che ancora le idee si stiano un pochino rincorrendo. Manca poco, hanno confermato i presenti, la Zes è in rampa di lancio, ma ancora qualcosa manca. Mancano infrastrutture? Mancano visioni concrete per lo sviluppo del territorio? Manca la volontà politica di iniziare a costruire, insieme, un progetto? Fabio Osti, a nome e per conto del Partito Democratico, un paio di proposte le ha fatte, Martella, in chiusura, ha auspicato la collaborazione più ampia possibile tra le forze politiche per ottenere, insieme, risultati apprezzabili per lo sviluppo del territorio, la sensazione è che, proprio la condizione di necessaria collaborazione tra le parti per dare significato concreto sia, in questo momento, la sintesi più difficile da realizzare. E nemmeno a causa di una ipotetica, legittima, distanza politica.

Il processo di omologazione dell’idea di sviluppo tra destra, intesa come forze di governo, e sinistra, forze all’opposizione, è quasi ai massimi livelli. A testimonianza di questo l’assenza dal dibattito, a parte un passaggio dei sindacati sul ‘creare opportunità di lavoro buono’ e una leggerissima frecciata alle multinazionali e al progetto Amazon di Castelguglielmo – San Bellino, sul modello di sviluppo auspicato per poter indirizzare la qualità delle nuove realtà produttive. Qualche accenno alla transizione ecologica, la necessità di coordinare e costruire percorsi di studi per produrre competenze da inserire nelle diverse realtà potenzialmente insediabili, al tavolo è intervenuto anche Diego Crivellari, presidente del Cur.

La Zes, sembra non possa attendere, la provincia di Rovigo non può attendere e se è vero che la politica è l’arte del possibile, sembra che in questo caso sarà il caso di praticare la tattica della cintura e della bretella. Se non funziona una entra in campo l’altra e l’ultimo miglio, quello che secondo gli interlocutori presenti lunedì al convegno organizzato dal Partito Democratico, potrà così essere percorso senza sorprese, che a questo punto potrebbero rivelarsi davvero poco piacevoli. Ultima annotazione. Tutti, nessuno escluso, hanno evidenziato la necessità di evitare fughe in avanti, auspicando lavoro in sinergia tra le diverse realtà e le diverse municipalità. Due i sindaci presenti la padrona di casa, Sondra Coizzi e Enrico Ferrarese, sindaco di Stienta e presidente della Provincia. Gli altri? Non pervenuti. Un segnale chiaro o una casualità? Lo capiremo solo vivendo.

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