Casa Serena come il Maddalena? Potrebbe finire così

Se l’ex ospedale Maddalena e il suo enorme parco presto potrebbero rinascere, il loro posto, come nuovo simbolo del degrado della Commenda e di Rovigo, potrebbero prenderlo Casa Serena e il giardino che la circonda.

Perché se è evidente che l’Iras tra un po’ se ne laverà le mani di Casa Serena, perché ritornerà in quelle del Comune di Rovigo che comunque non ne vuole sapere, la situazione sembra molto simile a quella che ha portato allo stallo decennale dell’ex ospedale Maddalena, perso negli accordi pubblico-privati che, invece di chiudersi con una riqualificazione, hanno lasciato l’area in un degrado perpetuo.

La riqualificazione dell’ex Maddalena, e dell’annesso parco, è peraltro in ballo da diversi anni, un’opera finanziata con 13 milioni di euro del bando periferie. Con questa operazione si recupererà l’immobile, destinandolo ad uso pubblico. In particolare nei piani dell’ex ospedale troveranno posto uffici del Comune, l’archivio comunale ed altri servizi. Al terzo piano ci dovrebbe essere il grande auditorium per eventi pubblici. Sul tetto troveranno spazio impianti e dispositivi per l’energia fotovoltaica. Il progetto sarà affiancato da quello per il rifacimento di strade e marciapiedi del quartiere Commenda. Il piano prevede anche la sistemazione del grande parco all’esterno dell’ex ospedale.

E allora, per un edificio che in questi anni è stato preda di delinquenti e spacciatori, di gente senza fissa dimora che girovagava nottetempo all’interno delle centinaia di stanze, nonostante i controlli delle forze dell’ordine e le varie ordinanze sindacali - fino a quando sono state chiuse ermeticamente porte e finestre - ce n’è un secondo che rischia seriamente di fare la stessa fine. E non ci sono altri 13 milioni di euro per recuperarla, come non ce ne saranno - molto probabilmente - per mantenerla in uno stato quantomeno di decenza nei prossimi anni, a meno di miracoli dell’ultim’ora.

Così, come dicono i millenials, “Casa Serena is the new ospedale Maddalena”.