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CASO SPESA

“Noi agricoltori non ci guadagniamo”

“Il primato negativo del Polesine, dove i prezzi sono raddoppiati, ha ragioni logistiche”

Un patto per rilanciare i consorzi e tenere alta la bandiera dell'agricoltura italiana

"Facile sparare subito sull’agricoltore, ma noi qua non ci stiamo guadagnando nulla. A Rovigo costi più alti di frutta e verdura? Un problema logistico”.

Sono le parole del Presidente di Confagricoltura Rovigo, Lauro Ballani, che commenta l’aumento spropositato dei generi alimentari nei nostri supermercati. A Rovigo più che altrove. Quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Un aumento che però non porta alcun vantaggio agli agricoltori. Anzi.

A cosa è dovuto questo aumento dei prezzi di frutta e verdura nei supermercati?

“Anche noi agricoltori abbiamo chiaramente notato come, in maniera eclatante, siano aumentati i prezzi al consumo. E non sono solo frutta e verdura, anche il pane è raddoppiato. Quello che dico io è che a marzo del 2022 questi aumenti potevano essere anche  compresi visti gli aumenti del costo dell'energia dovuti alla guerra in Ucraina e quindi all'aumento dei costi di produzione. Ma oggi, con il prezzo della benzina e del gas rientrati, non sono più giustificati. Anche i prezzi dei cereali sono in picchiata e quindi non comprendiamo perché pasta e pane costino più di prima. Questa è speculazione”.

Perché a Rovigo questo aumento è ancora più evidente?

“Il primato negativo di Rovigo non lo so spiegare per certo. Posso solo ipotizzare che probabilmente sia legato alle maggiori difficoltà logistiche. Basta guardare alla viabilità: trasportare merci nella nostra provincia è più difficile, è mal collegata. Quindi la logistica è meno efficiente ed è più difficile rifornire le catene di distribuzione. E il costo del trasporto influisce notevolmente sul prezzo. Questa è la mia idea”.

Questo aumento dei prezzi ha portato qualche guadagno anche agli agricoltori?

“Purtroppo è vero il contrario. Agli agricoltori questo non giova. Quello che è successo, intanto, è che il gap tra costo al produttore e il prezzo che paga il consumatore è divenuto più ampio. E questa è solo speculazione, non ci sono giustificazioni che reggano. Basta guardare i listini prezzi, e si capisce bene che i prezzi così altri al consumatore non sono giustificati. Purtroppo come agricoltori non riusciamo neanche a intercettare una fettina di questo guadagno, noi continuiamo ad avere redditi molto bassi ma il consumatore paga un prezzo troppo alto. Questo è un problema per noi, perché così si comprimono i consumi. E' chiaro che le pesche a 4 o 5 euro al kg non vanno vendute. E quindi il nostro prodotto o diventa invenduto o dobbiamo svenderlo pur di vendere. E questo nonostante il prodotto sia anche poco. E qui si inserisce la concorrenza degli altri Paesi. Faccio l'esempio della Spagna che riesce ad arrivare nei mercati della grande distribuzione con prezzi di vendita molto più vantaggiosi perché i costi di trasporto per loro sono praticamente dimezzati. Anche su questo dobbiamo recuperare: intervenire sui costi della logistica, di trasferimento. Facile sparare subito sull'agricoltore, ma noi qua non ci stiamo guadagnando nulla”.

Chi deve intervenire?

“Il Governo, subito, prima di tutto contro la speculazione per far tornare in linea con il costo della materia prima i costi al consumatore. Su questo deve vigilare il ministero, noi non possiamo far altro che denunciare questa attività di speculazione”.

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