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PORTO TOLLE

Granchio blu, parte l’offensiva

Fondamentale riunione convocata oggi pomeriggio al palazzetto dello sport di Ca’ Tiepolo

Granchio blu, parte l’offensiva

Granchio blu: è il momento dell’offensiva, per capire come debellare un “nemico” che sta devastando le colture di molluschi, mettendo a rischio un settore trainante dell’economia bassopolesana, che garantisce qualcosa come 1200 posti di lavoro. Ora, giusto ribadirlo, minacciati da una specie aliena che sta facendo scempio della nostre lagune.

Una riunione urgente per trovare una soluzione al problema dei granchi blu. A convocarla, al palazzetto dello sport di Ca’ Tiepolo, oggi pomeriggio alle 17.30, il Consorzio pescatori del Polesine, che ha organizzato un incontro pubblico, aperto a tutti i cittadini, a cui sono invitati il sindaco Roberto Pizzoli, l’assessore regionale alla pesca Cristiano Corazzari e il docente universitario Francesco Tiralongo, esperto di problematiche relative alle specie ittiche aliene nei nostri mari.

Un incontro imprescindibile, perché la presenza del granchio blu rischia di cancellare il settore delle molluschicoltura. Ne sono convinti, al Consorzio delle cooperative dei pescatori di Porto Tolle: se la piaga del granchio blu non sarà eradicata, per la coltivazione dei molluschi nelle nostre lagune non c’è futuro.

“A rischio - ribadiscono dal Consorzio - ci sono 1.200 posti di lavoro, un’intera filiera che va dalla pesca alla trasformazione, su cui si basa l’economia di tutto il nostro territorio”.

L’altro giorno, il sopralluogo dei biologi dell’Ispra di Roma, della sede regionale dello stesso istituto e dell’Arpav de Veneto, ha certificato la gravità del fenomeno. Le coltivazioni di vongole sono state quasi azzerate in molte lagune: le perdite hanno percentuali che fanno paura.

“Stiamo parlando della semina, gli effetti sul prodotto li vedremo alla volta della prossima estate”, dicono ancora dal Consorzio, lasciando presagire un 2024 senza più vongole polesane.

“E nella vicina Goro le cose non vanno certo meglio: anche lì, i pescatori sono estremamente preoccupati”.

L’Ispra, comunque, ha prelevato i campioni che ora saranno analizzati per stimare esattamente le dimensioni del fenomeno. Sotto la lente dei ricercatori, non soltanto la quantificazione delle perdite per quanto riguarda i molluschi ma anche, e forse soprattutto, la stima sul numero di esemplari di granchi blu presenti nelle lagune polesane. Questo crostaceo, originario del Nord America, si riproduce a ritmi folli: ogni femmina può depositare, in mare aperto, dai due agli otto milioni di uova. Dopo cinque settimane dalla schiusa, i granchietti tornano in laguna o alla foce dei fiumi e iniziano a fare razzia di vongole, colpendo soprattutto la semina.

I pescatori del Delta in queste settimane sono corsi ai ripari. Ogni giorno vengono pescati 120 quintali di granchi “alieni”, 84 tonnellate a settimana. Ma non basta: il confronto è impari, e il numero di granchi blu sotto alle lagune sembra persino aumentare anziché diminuire. Ispra avvierà un monitoraggio periodico proprio per tenere sotto controllo la variazione della popolazione. Ma finché non ci sarà una flessione del numero degli esemplari, il futuro resta nero. E l’unica arma a disposizione è la pesca: la prefettura, recentemente, ha autorizzato i pescatori del Delta a utilizzare persino “l’ostreghero”, una rete a forma di cono allungato con l’imboccatura tenuta aperta da un bastone orizzontale sul quale se ne innesta uno verticale. Un metodo di pesca a strascico molto utilizzato una volta e che ai giorni nostri, normalmente, è vietato. Ma in questa guerra, ormai, vale tutto. Perché la posta in gioco è davvero altissima: la sopravvivenza di un settore economico d’eccellenza per la nostra provincia.

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