VOCE
L'APPELLO
01.08.2023 - 05:00
Il Psi di Rovigo chiede il ritono in Italia dei resti di Bettino Craxi. La federazione di Rovigo del Psi fa sapere che “il 19 gennaio del 2000 morì, in esilio, ad Hammamet in Tunisia, Bettino Craxi. Alla famiglia, che rifiutò, opportunamente, i funerali di Stato proposti dal Governo D’Alema, pervennero messaggi di cordoglio e di onori al defunto dagli Stati Uniti di Clinton fino alla Cina di Zemin, oltre che dal Papa e da tutti gli altri stati, compresa la Palestina.
"Particolari saluti, oltre che la presenza ai funerali, vennero formulati dal Presidente della Repubblica emerito Francesco Cossiga. Giulio Andreotti definì addirittura ‘squallido’ il comportamento delle autorità italiane nei confronti di Craxi. Questo solo per fare un po' di storia internazionale nei confronti di uno dei più importanti uomini di Stato che abbia avuto l’Italia”.
E ancora: “Il protagonista negli anni 0ttanta del secolo scorso del rilancio economico, dell’inflazione ai minimi storici e l’autore di un nuovo protagonismo dell’Italia nel mondo. Seppe tenere la schiena dritta e la testa alta anche con gli Americani a Sigonella. Non certo come hanno fatto altri Presidenti del Consiglio. Compreso l’attuale”.
L'esaltazione della figura di Craxi continua: “Craxi è riuscito a caratterizzare la sua storia personale con quella collettiva di un’intera nazione. Non solo, ma anche con le lotte di liberazione di molti popoli fino ad allora oppressi da regimi dittatoriali. Ora anche Forlani ha avuto i funerali di stato e le giornate di lutto. Riterremo giunto, quindi, anche il momento di far rientrare dal ‘doloroso esilio’ anche il grande statista italiano del quale finalmente è stata capita l’autorevolezza internazionale. Tutti ricordano il grande intervento da lui svolto il 3 luglio del 1992 alla Camera al quale nessuno dei presenti rispose con altrettanto coraggio ed onestà politica ammettendo che tutti i partiti si finanziavano in modo irregolare ed illegittimo. Compreso quel Pci che riceveva finanziamenti addirittura da uno stato nemico della Nato. E’ proprio a questo punto che sarebbe doveroso considerare gesto riparatore pensare, famiglia permettendo, al rientro in Italia con i dovuti riconoscimenti”.
Infine i socialisti chiudono chiedendo di “mettere fine, finalmente, alla persecuzione che ha scelto solo lui come capro espiatorio di un sistema politico che riguardava tutti e che, ancora oggi, non ha avuto il coraggio di fare le dovute ammissioni e riparare al grave danno provocato alle persone ed al Paese”.
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