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"Non si trova manodopera, servono più stranieri"

L'analisi di Marco Campion (Confartigianato Polesine): "Spesso siamo costretti a rifiutare lavori"

"Non si trova manodopera, servono più stranieri"

“Tassi altissimi, difficoltà di accesso al credito e mancanza di manodopera: noi artigiani siamo attaccati alle nostre aziende, ma è sempre più dura resistere. Qualche mestiere scomparirà”. Sulla questione delle difficoltà economiche del Polesine, sollevata dopo la pubblicazione dei dati della Cgia di Mestre secondi i quali in un anno i prestiti alle imprese sono calati in Polesine dell'8% così come il Pil del Polesine che nell'ultimo trimestre è sceso del 4%, interviene anche il presidente di Confartigianato Polesine, Marco Campion.

Come è la situazione per gli artigiani nel nostro territorio?

"Beh, prima di tutto gli artigiani non hanno ricambio generazionale, quindi stiamo vivendo un calo fisiologico che non vede la fine. Inoltre, in questo periodo abbiamo enormi difficoltà con il credito, non parlo di porte chiuse, ma di grandissime difficoltà ad accedervi. Diciamo che con i nostri Consorzi di garanzia tamponiamo un po', ma non è sempre sufficiente. Inoltre la crescita dei tassi di interesse ci mette in difficoltà. Già lo eravamo prima, ora siamo sul chi va là. Per fortuna la nostra categoria è fatta di artigiani attaccati con le unghie alle loro aziende e nonostante i periodi brutti non ci arrendiamo mai. Siamo riusciti sempre superare tutto anche il covid ma ora è sempre più difficile resistere. Si tira avanti in attesa di tempi migliori".

Come vi aspettate la ripresa delle attività dopo la pausa estiva? Come saranno i prossimi mesi?

“Confidiamo moltissimo nelle manovre del governo, compresi gli effetti di questa tassazione sugli extra profitti delle banche. Ma ora servono manovre reali per aiutare le famiglie. Se gira l'economia familiare, gira anche il resto. Purtroppo ultimamente per tutti è diventato più difficile, con questo macigno sulla testa dell'aumento dei tassi, forse per colpa della recessione della Germania. La vedo dura che calino nel breve periodo purtroppo. Dal punto di vista del lavoro non ci lamentiamo, le commesse ci sono, non è che non stiamo lavorando. Ma l'altro grosso problema è che non abbiamo più manodopera. Siamo costretti a rinunciare a dei lavori proprio perché siamo senza personale".

Quali soluzioni?

“Dovremmo sicuramente cominciare a formare per le nostre imprese anche qualche extracomunitario. Sperando così di riuscire nell'impresa di tappare quei buchi che gli italiani non vogliono più tappare. Calzolai e sarti ormai spariti, ma rischiano anche i falegnami e tante altre categoria, anche i panettieri, nessuno vuole più fare il pane. Vanno in pensione e chiudono. Questa sarà l'ultima generazione del pane fresco. In 10-15 anni sparisce tutto e si andrà con il pane surgelato e riscaldato. Dobbiamo iniziare a ragionare su questo: la manodopera in Italia non c'è più, formiamo gli stranieri. Forse per colpa dei genitori che vogliono che i figli siano tutti dottori, professori e ingegneri ma anche i ragazzi oggi sono molto più agiati e cercano altri mestieri, meno faticosi".

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Commenti all'articolo

  • frank1

    10 Agosto 2023 - 08:06

    eggg.signori,anche sindacalisti..non trovate manodopera?? cercate da chi ha avuto per anni il reddito da poltrona...ma quali stranieri...quelli sono tutti nostrani!!

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