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granchio blu

"Il Delta sta per restare senza vongole"

“L’uso alimentare non basta, servono ristori per i pescatori che resteranno senza reddito”

"Il Delta sta per restare senza vongole"

Nel giro di uno o due anni il delta rischia di ritrovarsi senza più vongole. La minaccia continua ad esistere: l’emergenza del granchio blu sta portando la pesca polesana al disastro.

Il settore della raccolta di vongole e cozze è a rischio soprattutto nel Delta del Po, il tutto a pochissimo tempo dal problema del cuneo salino che a Scardovari aveva comportato la risalita dell’acqua salata dalla foce del fiume. Insomma la pesca passa da un’emergenza all’altra.

Luigino Marchesini, presidente del Consorzio dei pescatori del polesine, ha parlato del fenomeno ai microfoni di Delta Radio. Fra le soluzioni anche quella di un utilizzo alimentare di questo crostaceo, ma solo in prospettiva perché ora il problema urgente da risolvere è di eliminare questa presenza dai fondali del delta.

“Questo granchio, essendo commestibile - ha detto - in un futuro a lungo termine potrà anche essere messo sulle tavole italiane. Ma al momento non è la soluzione: le catture di granchi dal 5 luglio ammontano a 2.300 quintali - ha spiegato Marchesini - Dai primi di luglio, nella laguna del Canarin, il granchio ha iniziato a divorare il seme naturale, che quindi nasce nelle nostre lagune, e il seme comprato nelle marine limitrofi: dalla vongola media alla vongola, pronta ad essere commercializzata”. Nella laguna del Canarin una ventina di quote, dove prima pescavano più di 400 pescatori, andranno in esaurimento nei prossimi giorni.

Marchesini delinea un futuro fosco, nerissimo, per la pesca polesana: “Tra il 2024 e il 2025 non ci saranno più vongole. Nella sacca di Scardovari si è provato a seminare anche la cozza ma in pochissimo tempo è stata divorata - spiega il presidente del Consorzio dei pescatori del polesine - Per questo è necessario uno stato d’emergenza che vada incontro ai pescatori e li aiuti a far fronte alle spese che dovranno affrontare nel prossimo anno.”

Il granchio blu, proveniente dal Nord America, riesce a vivere a temperature che vanno dai 3 ai 35 gradi e si moltiplica alla velocità della luce. Ad oggi l’unico nemico che ha in natura è l’uomo, che, però, per rendere meno problematica la situazione “deve pescarne il più possibile. Francesco Tiralongo, massimo esperto e studioso di questa specie - continua Marchesini - ci ha invitati a continuare a pescare anche nel periodo invernale. Il granchio blu, oltre a pesci e crostacei, ha mangiato tutti i tipi del nostro granchio autoctono che ad oggi non esiste più. Probabilmente questa emergenza è dovuta alla siccità dell’anno scorso: i granchi hanno cercato acqua nei fiumi per riprodursi e quando in primavera è scesa l’acqua dolce, i granchi sono stati portati in laguna, dove hanno trovato l’habitat ideale. Gli unici modi per contenerli sono la pesca e un inverno rigido e freddo che gli causerebbe difficoltà a rimanere in vita. Il clima mite dell’anno scorso probabilmente ne ha favorito questa invasione”.

E ancora: “Nel comparto pesca di Porto Tolle e Scardovari, sono 14 le cooperative a far parte del consorzio dei pescatori del polesine, composto da 1500 soci, un istituto di vigilanza e una cooperativa di facchinaggio. A vivere di questo lavoro sono più di 1200 famiglie. E’ stato fondamentale l’aiuto del Governo, che ha stanziato 2,9 milioni di euro per lo smaltimento del granchio, risorse che vanno a coprire una spesa importante per il consorzio. Ora però è necessario lo stato d’emergenza che dia ristoro alle famiglie che l’anno prossimo non avranno reddito”.

“Dopo la cattura speriamo che si ripopolino le nostre lagune - chiude Marchesini - Al momento il prezzo di cozze e vongole è stabile, e nonostante non sia possibile prevedere il mercato, il rischio che il prezzo salga è alto”, ha concluso il presidente del consorzio. Conseguene negative a quello che è un vero e proprio flagello.

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