Cerca

ORRORE A ROVIGO

Accoltellata: il marito era già stato "ammonito"

Ricostruito il tentato omicidio avvenuto in stazione nella serata di Ferragosto

Accoltellata all'"ultimo appuntamento", dopo anni di liti

L'orrore è stato ricostruito, passo per passo, tanto da avere ormai un quadro ritenuto piuttosto esauriente di quanto avvenuto alla stazione ferroviaria di Rovigo, nella serata del giorno di Ferragosto. Non è stato un fulmine a ciel sereno, tutt'altro: dalle prime notizie pare emergere con chiarezza il ritratto di una separazione che, benché risalente a ormai due anni addietro, aveva continuato a produrre liti, dissapori, problemi. Tanto che l'accoltellamento sarebbe avvenuto al termine di un appuntamento che l'ex marito e l'ex moglie - entrambi marocchini - si erano dati in stazione. Probabilmente per cercare di chiarire e risolvere le cose.

Allo stesso modo, non erano mancati gli interventi delle forze dell'ordine, proprio per litigi legati alla difficoltà nel chiudere una volta per tutte la storia. Tutto, come detto, è precipitato nella serata di martedì 15 agosto. Teatro dell'aggressione, il deposito delle bici, la "gabbia" realizzata nel posteggio dei velocipedi. Le testimonianze e gli approfondimenti investigativi della polizia, accorsa con la Volante, seguita quindi dalla scientifica e dalla squadra mobile, hanno consentito di ricostruire quanto accaduto.

La situazione sarebbe precipitata quando la donna ha cercato di prendere la bici per andare a casa. A quel punto l'ex marito avrebbe tentato di trattenerla, poi avrebbe assunto un atteggiamento quasi supplice, mettendosi in ginocchio. Un contegno mutato all'improvviso: sfruttando il fatto che anche l'ex moglie si era accosciata, avrebbe colpito con un coltello, che evidentemente aveva portato con sé. Prima alla schiena, poi alla pancia, poi al costato. I primi colpi esitanti, poi sempre più decisi. Almeno quattro le ferite inferte, anche se i fendenti vibrati potrebbero essere di più: per fortuna non tutti sono andati a segno.

Se non stiamo parlando di un omicidio, i motivi sono essenzialmente due: in primo luogo, la reazione della donna che, benché ferita e sanguinante - una vera e propria pozza di sangue è stata trovata in stazione, vicino alla bici della donna - ha continuato a scalciare con violenza, a strattonare, a fare di tutto per proteggersi dalle coltellate; in secondo luogo, il coraggio di alcuni presenti, che sono accorsi. In particolare, un uomo di colore ha anche cercato di fronteggiare l'accoltellatore, usando come schermo la propria bici. Sono state comunque più d'una le persone intervenute, ma non sono riuscite a raggiungere la giovane donna, per la reazione del marocchino, che ha puntato contro di loro il coltello.

A un certo punto, la giovane, insanguinata, sarebbe riuscita a scappare. L'immediato intervento della Volante, allertata dai presenti, ha consentito di arrestare il marocchino, a carico del quale si procede per tentato omicidio. Si dovrà ora, presumibilmente, valutare la possibile sussistenza dell'aggravante della premeditazione, alla luce della presenza di un coltello che aveva con sé. Si parla di un coltello della lunghezza complessiva di circa 33 centimetri, impugnatura compresa, 20 di lama, del modello da cucina.

A sottolineare l'importanza di evitare il famigerato "appuntamento chiarificatore", laddove già vi siano stati problemi o comportamenti - spia, interviene Francesca Siviero, psicologa delle associazioni Altoditerra e Sportello Sos Donna, impegnate le contrastare il fenomeno della violenza sulle donne.

"Ancora una volta - spiega- siamo tristemente a discutere di un attentato alla vita subito da una donna da parte dell’ex marito. La violenza all’ennesima potenza, con lo scopo di porre fine alla sua esistenza. Il Pm nei prossimi giorni si esprimerà sulla possibilità di una premeditazione o meno del comportamento del carnefice. Perché molto spesso è questo che succede, la rabbia guida la persona che sente di aver subito un grave torto al proprio onore, portandola a programmare una vendetta, un ultimo incontro per regolare i conti. È importante che le donne denuncino fin da subito le violenze che subiscono, ma non solo, non va mai accettato un appuntamento per parlare, per chiarire, per chiudere la questione da persone mature".

"Chi maltratta, picchia, umilia, viola i bisogno e i diritti di un’altra persona, della donna che ha amato o che ama, non ha bisogno di un’altra opportunità per essere diverso, per essere migliore. Se ne fosse stato capace, lo sarebbe stato anche prima, in mille altre situazioni. Per questo va sempre rifiutato un altro incontro, non saranno i luoghi pubblici affollati a proteggere le persone. Di fronte a qualcuno che non riesce a non essere violento e a non prevaricare l’altro, che non riesce a non essere un carnefice, l’unico modo di salvarsi è allontanarlo dalla propria vita".

Da parte sua, invece, l'avvocato Anna Osti, referente di Altoditerra, ribadisce la necessità di denunciare comportamenti violenti o, comunque, intimidatori. "A nulla servono le segnalazioni e le richieste di aiuto, se non sono seguite da formale denuncia, perché al primo richiamo delle forze dell'ordine, il soggetto saprà che ormai non ha più nulla da perdere e potrebbe tentare il gesto estremo. Solo una misura cautelare richiesta dal Pm ed emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, a seguito di denuncia particolareggiata di tutte le violenze subite e che intervenga nell’esatto momento in cui la vittima viene messa in protezione potrà prevenire la commissione di questi gravi reati".

La conferma che la pericolosità della situazione fosse già nota arriva anche dal comunicato ufficiale della Procura della Repubblica: "A seguito di ulteriori accertamenti, si appurava che a carico dell’uomo vi era già un
provvedimento di ammonimento per violenza domestica del Questore di Rovigo ed era in corso anche una misura cautelare di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie disposta dalla Autorità Giudiziaria in relazione al reato di maltrattamenti in famiglia in fase di indagine".

"L’uomo, tratto in arresto dalla Polizia di Stato per l’ipotesi accusatoria di tentato omicidio, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Rovigo e messo a disposizione della Procura della Repubblica di Rovigo per gli atti successivi di competenza. La donna al momento è in prognosi riservata presso l’Ospedale di Rovigo. Il procedimento è in fase di indagine preliminare".

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400