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Granchio blu

Zaia: “Questo spacca tutto”

"Commercializzarlo e mangiarlo non possono essere la soluzione"

Zaia: “Questo spacca tutto”

”Questo spacca tutto...”. Luca Zaia ha portato direttamente in conferenza stampa a Palazzo Balbi due esemplari di granchio blu che erano stati pescati in mattinata nella laguna di Venezia.

Due esemplari, un maschio e una femmina: "Questo animale spacca tutto, apre e mangia vongole, cozze e ostriche, si mangia anche le reti e fa disastri", ha esordito il governatore per raccontare - a margine della conferenza stampa sul bilancio 2024 (vedi articolo sotto) - come la Regione si stia muovendo per fare fronte a quella che è una vera e propria invasione.

“Siamo molto, molto preoccupati. Da inizio anno - ha spiegato - in Veneto ne sono state raccolte 326 tonnellate; solo in agosto, parliamo di 84 tonnellate a Scardovari e 29 a Pila. Tonnellate, non quintali...”. Le lagune del Delta sono dunque sotto attacco, e almeno in questa prima fase stanno pagando lo scotto più grande, con danni per milioni di euro al settore della pesca e della coltivazione di cozze e vongole che vengono devastate dai granchi blu.

“Come Regione - ha proseguito Zaia - abbiamo stanziato 80mila euro per i primi studi su questo animale alieno, dal governo è arrivato uno stanziamento di di 3 milioni per fare fronte all’emergenza che riguarda oramai tutto il nord Adriatico. Il 24 luglio scorso abbiamo dichiarato lo stato di calamità e la scorsa settimana ho scritto al governo per chiede lo Stato emergenza nazionale”.

Con i primi fondi, dunque, da domani partirà uno studio di Veneto Agricoltura che insieme ad Arpav poserà nel Delta 300 nasse con lo scopo di catturare un numero sufficiente di granchi per monitorare la diffusione, la distribuzione nelle lagune ed anche eventuali spostamenti”. Ad esempio, sarà importante verificare come le femmine (ognuna delle quali può arrivare a deporre fino ad 9 milioni di uova) prediligano le zone a maggiore salinità, in modo da orientare la pesca principalmente in quelle zone. Certo, si tratta di una battaglia durissima da combattere.

Come ha spiegato Franca Baldissin, biologa di Arpav che seguirà questa fase di studio, “il granchio blu è originario delle delle coste atlantiche, dal Canada agli Stati Uniti, e i primi esemplari sono arrivati da noi anni fa trasportati probabilmente dalle acque di sentina di una nave”.

Da allora lo sviluppo non si è mai fermato, e nell’ultimo anno ha avuto un aumento davvero esponenziale, anche perché trattandosi di una specie aliena il granchio blu non ha praticamente predatori in natura.

“Le tartarughe e alcuni grossi pesci possono essere nemici del granchio blu - ha spiegato la biologa - e cibarsene, ma ovviamente parliamo solamente dei granchi piccoli. E anche per questo sarà importante studiare gli spostamenti all’interno delle acque marine e lagunari. L’altro predatore in natura è invece... lo stesso granchio, visto che si tratta di un animale cannibale, che dunque in assenza di altre fonti di approvvigionamento si ciba anche dei suoi simili”. Il vero problema - come hanno spiegato i pescatori veneziani presenti in Regione - è che prima di iniziare a cibarsi degli altri granchi in misura tale da ridurre il fenomeno avrà completamente devastato le lagune e prima ancora gli allevamenti di vongole e cozze. L’anno scorso in laguna come in mare pescavano sette, otto granchi blu per ogni rete tirata a bordo. E dopo sette, otto giorni di pesca bisogna cambiare le reti perché sono completamente mangiate. Oggi non sono mai meno di 300...”.

E anche l’uso alimentare non può essere la soluzione definitiva. “Oggi quando le portiamo al mercato ittico di Venezia le pagano 7/8 euro al chilo. Ma parliamo ancora di quantità moderate. Quando ci saranno solo granchi, quanto potranno valere? E anche lo smaltimento è impegnativo e costoso...”.

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