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L'ANALISI

In Polesine via il reddito di cittadinanza a 184

Il sindacato: “Era uno strumento da rivedere”. Ma non mancano le critiche “Le verifiche scaricate sui Comuni, che hanno forti carenze d’organico”

In Polesine via il reddito di cittadinanza a 183

Sono 184 i polesani che stanno per perdere il reddito di cittadinanza. A dirlo è la Cgil polesana, che ha calcolato quanti sono i beneficiari del sussidio che non avranno più titolo per continuare a percepirlo.

Si tratta - ricordano dal sindacato - di persone nei cui nuclei familiari non è presente un minore o un disabile o una persona con oltre 60 anni d’età o che sia già stata presa formalmente in carico dai servizi sociali per la propria fragile condizione sociale. Sono i cosiddetti “occupabili”.

Per quanto riguarda la Provincia di Rovigo si tratta al momento di 184 persone. Ma “tale numero sarà certamente in aumento - sottolineato dalla Cgil - dato che la nuova norma parla di sette mesi massimo di possibilità di percepire il reddito nel 2023 per questa categoria di persone; pertanto chi avesse iniziato a percepirlo a febbraio ne potrà godere fino ad agosto e così via ma sempre non oltre dicembre prossimo”.

“Certamente il reddito di cittadinanza era uno strumento che andava rivisto in alcune sue parti per poterlo migliorare - la considerazione del sindacato polesano - ma l’eliminazione apportata ora e la sua sostituzione con il ‘supporto per la formazione e il lavoro’ per i cosiddetti occupabili e ‘l’assegno d’inclusione’ da gennaio prossimo per gli ‘altri’ soggetti appare una misura sbagliata, tesa solo a recuperare risorse prima destinate alla povertà da destinare irresponsabilmente ad altri capitoli e portatrice di ulteriori diseguaglianze sociali. Ciò spesso avviene, in questo come in altri delicati temi socio-economici, quando si affrontano le questioni strumentalmente, utilizzate come clave per meri calcoli di consenso elettorale”.

Per la Cgil è “grave” anche “aver scaricato sui servizi pubblici sociali (entro ottobre prossimo secondo la norma) la verifica e certificazione delle persone che, pur non appartenendo ad un nucleo familiare con un minore o un disabile o con un over 60 anni potrebbero continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza fino a dicembre di quest’anno (e poi forse del più ridotto reddito d’inclusione). Allo stato attuale moltissimi Comuni presentano forti carenze d’organico anche nei servizi sociali che rendono quasi impossibile tale importante lavoro in tempi accettabili per dare risposta rapida alla condizione di difficoltà delle persone”.

Per la Cgil, “i disagi e le stesse tensioni sociali rischieranno di ingigantirsi e si finirà nuovamente per fornire una platea di disperati e ricattabili a disposizione di imprese poco illuminate, particolarmente in settori più ‘poveri’ di scarso valore aggiunto. Anche per questo proponiamo da tempo, inascoltati, di eliminare le forme più precarie di lavoro”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    19 Agosto 2023 - 09:53

    vuoi vedere che ora dovranno lavorare?? e aggiungo:se non idonei...chi e perchè ha rilasciato il nulla osta all'epoca del rilascio?'

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