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ORRORE IN STAZIONE A ROVIGO

"Le coltellate sono 10". Resta in carcere

Arresto convalidato e misura cautelare per il marito marocchino

"Le coltellate sono 10". Resta in carcere

Arresto convalidato e custodia cautelare in carcere disposta. Sono queste le decisioni prese dal giudice a carico del marito marocchino di 31 anni, accusato di tentato omicidio della moglie, dalla quale è in corso di separazione, per i fatti avvenuti il 15 agosto nel deposito bici esterno alla stazione ferroviaria di Rovigo, dove la donna è stata accoltellata. 

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A completare il quadro accusatorio, le ipotesi di reato di minacce e di violazione del divieto di avvicinamento. La prima contestazione fa riferimento al fatto che il giovane nordafricano avrebbe minacciato un senegalese che cercava di soccorrere la donna, lo stesso che ha lanciato l'allarme al 113; la seconda al fatto che, a carico dell'uomo, oltre a un ammonimento, era stata disposta anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla moglie, appunto disattesa in occasione dell'accoltellamento.

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, il 31enne, difeso di fiducia dall'avvocato Gianluca Masiero del foro di Rovigo, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice. Le indagini della polizia hanno anche consentito di ricostruire la dinamica dell'aggressione, passo per passo, avvalendosi di testimonianze, accertamenti tecnici e visione delle riprese della videosorveglianza della stazione.

Il tutto si inserisce in una separazione problematica, che, a quanto si apprende, aveva già reso necessari interventi delle forze dell'ordine. Come detto, era già scattato, oltre un anno fa, il divieto di avvicinamento, ancora in vigore, legato ovviamente a un procedimento penale a carico dell'uomo. Il pomeriggio di Ferragosto, una telefonata tra i due avrebbe consentito al 31enne di sapere che la ormai ex moglie sarebbe arrivata in treno alla stazione ferroviaria. Qui i due si sono incontrati, col consorte che ha portato con sé, secondo le contestazioni, un coltello da cucina.

La discussione si sarebbe accesa, appunto, nel deposito delle bici, per degenerare quando la giovane marocchina ha messo le mani sul proprio velocipede, facendo capire di volersene andare. L'uomo si sarebbe prima inginocchiato, con atteggiamento quasi supplice e dimesso, ma poi, quando anche la donna si è messa a terra, avrebbe colpito. Il capo di imputazione contesta "almeno" una decina di coltellate. Per fortuna, nessuna delle quali mortale.

L'impianto accusatorio appare ormai consolidato e difficilmente contestabile, quando alla dinamica dell'accaduto, come detto filmata e confermata dalle testimonianze dei presenti, che hanno pure cercato di intervenire. Probabilmente, molto si giocherà sulla qualificazione del reato, dal punto di vista difensivo: ossia sulla possibilità di contestare, piuttosto che il tentato omicidio, le lesioni.

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