VOCE
il caso Vannacci
22.08.2023 - 20:30
La notizia è sulla bocca di tutti: il generale dell’esercito italiano Roberto Vannacci è stato destituito dal suo incarico dopo la auto-pubblicazione di un libro, da lui scritto, in cui parla in certe pagine non proprio felici di comunità Lgbtqi+, migranti, ambientalisti e in generale delle minoranze del nostro Paese, sostenendo tesi che poco hanno a che vedere con pensieri consoni ad un uomo rappresentante dello Stato.
Questo è ciò che pensano i Rodigini, che si trovano d’accordo con i vertici dell’esercito che hanno preso le distanze dalle dichiarazioni di Vannacci, così come con il ministro della difesa, Guido Crosetto, che ha sottolineato come non si debba infangare il nome dell’esercito con le parole di un solo individuo. Ci sono delle regole da rispettare e quanti sono nel corpo dello Stato dovrebbero essere i primi a salvaguardarle.
Dice, in proposito, Carmelo: “Ho sentito di questa storia e mi ha sbalordito. Penso che stiamo davvero rasentando il fondo. Vedere un uomo delle istituzioni fare certe affermazioni lascia sbigottiti e non si capisce come sia possibile che abbia raggiunto il vertice di generale. Hanno fatto bene a sollevarlo dall’incarico”.
Lo stesso pensa Stefano che aggiunge: “Questa è stata davvero una pessima azione. Ognuno di noi ha dei diritti e nessuno, invece, ha il diritto di giudicare chi ha attorno”.
E anche Carlo ritiene che questa sia una brutta pagina per l’Italia. Infatti commenta: “Io non sono di destra, lo dico serenamente, ma per una volta non posso che essere d’accordo con quanto fatto e affermato dal ministro della difesa, Crosetto, che sin da subito ha deciso di allontanarsi da quello che ha dichiarato il generale Vannacci. È vergognoso che sia capitato qualcosa di simile, anche se, chissà perché, certe cose capitano sempre quando ci sono certi governi e non altri. Un uomo in divisa non si può permettere uscite del genere”.
Gilberto non è da meno e conclude: “Siamo in uno Stato democratico che ha delle norme e queste norme devono essere rispettate da tutti, ma soprattutto da chi riveste dei ruoli di prim’ordine nei ruoli che hanno a che vedere da vicino con lo Stato. È stato giusto, dunque, che quest’uomo sia stato sollevato dall’incarico non avendo rispettato norme basilari della propria professionalità”.
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