VOCE
Isola di Albarella
25.08.2023 - 08:30
I numeri dell’andamento dell’economia veneta e polesana sono da montagne russe, un giorno esce un dato positivo, e il giorno dopo ne esce uno negativo. Per mettere ordine e fare una fotografia della situazione del mondo delle imprese ecco l’analisi di Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto est.
Un’analisi che il numero uno dell’aquilotto di Padova-Treviso-Venezia-Rovigo proporrà martedì prossimo, 29 agosto alla serata Rotary organizzata ad Albarella a partire dalle 20. Si tratta di una conviviale interclub organizzata dai Rotary club di Adria e Porto Viro - Delta Po, con i Rotary Club di Rovigo, Chioggia, Badia - Lendinara - Alto Polesine ed Este. Una platea ampia, dunque, per questo tradizionale Interclub di fine estate, con i rotariani di tutto il basso veneto "ospiti" dei club di Adria e Porto Viro-Delta e dei loro presidenti Leonardo Rubinato e Stefano Mazzuccato.
Una serata dal titolo “Stato dell’economia nel Veneto Est - Quale futuro per l’export?”, nel corso della quale verrà chiesto a Leopoldo Destro di parlare della situazione attuale della nostra economia “portando un’esperienza ed un punto di vista autorevole ed importante. E di questo lo ringraziamo, così come di avere accolto il nostro invito”, spiega Stefano Mazzuccato. E proprio su questi temi abbiamo chiesto al presidente di Confindustria Veneto Est di darci un po’ di anticipazioni. Il risultato è un’intervista di grande interesse dal punto di vista economico.
Presidente Destro, un mese fa i dati del secondo trimestre parlavano di un netto rallentamento del Pil, le ultime previsioni, però, parlano di un Pil che a fine anno chiuderà con numeri positivi.
“Infatti, fermarsi al singolo dato può essere fuorviante. Occorre invece valutare il sistema del suo complesso, in un’ottica di visione d’insieme”.
Che ci dice...
“Ci dice che le prospettive per le nostre imprese non sono negative, ma occorre prestare attenzione massima ad alcuni fattori che potrebbero avere incidenza anche sul nostro sistema economico. Parlo della ripresa industriale della Germania, che se sarà confermata darà una grossa mano alla nostra economia. Ma anche in questo senso i segnali non sono sempre univoci. E poi la situazione della Cina con le grosse difficoltà di Evergrande, il colosso immobiliare che rischia di mettere in crisi l’economia cinese ed anche alcuni rapporti economico-finanziari con l’Occidente innescando un effetto a catena”.
A parlare di Cina si pensa subito all’export, quali sono le condizioni delle imprese venete?
“In crescita. I dati dicono che l’Italia è stata la prima, nei Paesi Ue, per export verso i Paesi fuori dall’Unione europea, registrando, rispetto al 2019, un più che positivo più 31%. Significa che le aziende si stanno muovendo in modo flessibile per essere sempre più performanti e cercare sempre nuovi mercati di riferimento. Occorre continuare su questa linea: coltivare i rapporti con i partner tradizionali, ad esempio la Germania, e allo stesso tempo diversificare e operare nel mercato sempre più globale”.
Torniamo alle imprese aderenti a Confindustria Veneto est.
“Non voglio essere né ottimista né pessimista, ma realista, e quindi dico che il prossimo autunno sarà decisivo per capire l’andamento del mondo delle imprese. I numeri saranno positivi a certe condizioni”.
Quali?
“Riuscire a mettere a terra i grandi finanziamenti del Pnrr, investimenti che possono rilanciare molti settori produttivi. La speranza, poi, è che la manovra finanziaria di fine anno possa essere da stimolo per nuovi investimenti, per continuare a credere nella industria 4.0, per favorire la tecnologia e il credito d’imposta”.
Che altro?
“Lo stop al rialzo dei tassi di interesse per i prestiti dalle banche. Ulteriori aumenti pregiudicherebbero l’accesso al credito di molte aziende, e quindi un freno agli investimenti. Ecco se queste condizioni non di verificheranno i prossimi mesi potrebbero davvero essere complicati. E questo al di là del singolo numero che parla di un incremento del Pil rispetto a una anno fa ma una flessione rispetto, magari, a sei mesi fa. O viceversa”.
E il Polesine?
“Per il Polesine vale quello che vale per il resto del Veneto. Ci sono molte aziende che si stanno sviluppando la propria rete commerciale, anche a livello di export. Però resta fondamentale il nodo delle infrastrutture, quelle materiali, intese come collegamenti, e quelle immateriali, come digitalizzazione e tecnologia, su cui siamo ancora un po’ indietro. In più per la provincia di Rovigo ci sono alcuni punti davvero decisivi come i collegamenti fra l’Interporto di Rovigo e gli altri interporti e poi con l’aeroporto di Venezia e il porto di Venezia. E non dimentichiamo la Zls, che dovrà diventare il grande attrattore di investimenti. Manca ancora l’ultimo passo, relativo alla copertura finanziaria. Come Confindustria siamo sul pezzo, monitoriamo e sollecitiamo”.
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