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“Contro il granchio blu, scene da bullismo”

La Lav scende in campo a difesa del crostaceo. “Violenze e sevizie non sono un buon esempio”.

“Contro il granchio blu, scene da bullismo”

La Lav lancia l'appello per la difesa dei granchi blu.

Il granchio blu è diventato il grande nemico della pesca polesana e di gran parte del settore in mare Adriatico. Istituzioni categorie economiche, associazioni dei pescatori stanno cercando strategie per ridurre il numero di questi crostacei che stanno infestando le lagune interne. ma c’è anche chi prende le difese del granchio blu, come l’associazione Lav di Rovigo, che arriva a paragonare l’accanimento contro questa specie ad atti di “bullismo”.

“I fatti di cronaca - fa sapere la Lav - di questi giorni di fine estate si concentrano su due cose apparentemente molto distanti tra loro: l’invasione dei granchi blu nei nostri mari e i casi di violenza di gruppo e bullismo da parte di giovanissimi, ma esistono studi che comprovano che esiste una correlazione tra il maltrattamento/uccisione di animali, violenza interpersonale e altre condotte devianti, antisociali”. La Lav critica dunque “la sofferenza gratuita indotta a qualcuno di più debole. Il granchio blu non è una specie autoctona ma che proviene dalle coste americane, come è arrivato è presto detto, trasportato dalle acque di zavorra delle imbarcazioni mercantili. L’aumento delle temperature e della salinità delle acque del Mediterraneo e la quasi assenza di animali predatori, hanno fatto sì che il granchio si riproducesse in modo esponenziale.

Abbiamo nominato gli animali predatori del granchio blu, i suoi nemici naturali, ma quali sono? Il polpo, l’ombrina, il branzino, lo squalo e l’anguilla ma purtroppo l’overfishing di queste specie sia da parte dei pescatori professionisti che dei pescatori da diporto (questi ultimi praticamente pescano quasi sempre senza regole e controlli), li ha dimezzati negli ultimi 40 anni”.

Per la Lav “la soluzione al problema che affligge gli allevatori di bivalvi quindi non è l’uccisione selvaggia dei granchi da parte di chiunque (la Regione Veneto consente la pesca dilettantistico-sportiva solo con il possesso di licenza di tipo B) ma una politica di controllo numerico, aumentando gli animali predatori e un aiuto economico da parte dello Stato per installare reti di protezione, come ha già fatto, a proprie spese, Gianluca Aresu, allevatore di vongole e ostriche di Chioggia che non si è fatto abbattere dal problema e ha trovato prontamente una soluzione”.

La Lav insiste: “Sembra invece che i nostri politici abbiano prontamente trovato un nuovo avversario all’economia del nostro Paese, così da scaricare il problema agli odiatori seriali che ormai invadono i social e non solo. Questi si sono trasferiti nelle spiagge alla ricerca del mostro. Pensiamo al fatto che il valore del famoso crostaceo è aumentato da zero a 10/15 euro al chilo e anche più, speculazione? Strategia di marketing? Ma soprattutto la gente non ha inteso che quel nuovo mostro non è altro che l’ennesima vittima di bullismo gratuito, insegnato anche ai bambini che disgraziatamente, diventano carnefici (come hanno segnalato alcuni bagnanti nelle spiagge di Barricata), aizzati dagli adulti che non capiscono che l’empatia verso il prossimo va insegnata fin da piccoli”.

La difesa del granchio blu continua: “Prendere una creatura e fargli del male solo perché ci si sente autorizzati dalla massa, dai genitori o dagli amici, come sta succedendo in questi giorni, non rende persone migliori. Scrivere sui social che si compiono certi gesti per salvaguardare i pescatori e gli allevatori di cozze e vongole, minacciare gli animalisti che vogliono difendere gli animali, anche quelli considerati nocivi, da sevizie gratuite, non serve a risolvere il problema ma denota una mancanza di empatia e di voglia di trovare delle vere soluzioni, preferendo una conclusione semplicistica ed inutile”.

Insomma per l’associazione animalista “compiacersi e sdoganare il dolore altrui, con la scusa che si tratta di una specie aliena e nociva, è pericoloso per la vittima ma anche per il ‘boia’. Come quando si deresponsabilizza il singolo ragazzo che ha commesso un crimine, con l’alibi del branco”. Insegnare ai giovani ad amare e a proteggere il prossimo, “anche quello più debole, e a trovare soluzioni reali e indolore per tutti, li renderà cittadini migliori. Gli adulti però devono essere il primo esempio di come occorre comportarsi”.

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