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DOPO 500 ANNI

Addio cari Frati, la diocesi raccoglie l’eredità

Il vescovo Pavanello: “Uno spazio per le confessioni, e i gruppi andranno a Casa San Leopoldo”

Parla di “dispiacere e amarezza”, il vescovo Pierantonio Pavanello, nel giorno dedicato al saluto ai frati cappuccini, che lasciano Rovigo dopo 500 anni in interrotti di presenza in città. E lo fa nel corso dei vespri solenni, celebrato ieri pomeriggio a San Francesco, con i fedeli e i sacerdoti della città, in occasione della giornata di saluto alla comunità dei frati. Precedentemente, in mattinata, la chiesa del convento aveva ospitato la celebrazione eucaristica celebrata dal ministro provinciale dei frati minori cappuccini del Triveneto, fra Alessandro Carollo.


Una giornata storica, insomma, quella di ieri, che conclude il plurisecolare legame tra i frati e la città. “Resta - il commento del vescovo Pavanello - la realtà di una Chiesa che, terminata l’epoca di cristianità, è chiamata dai dati oggettivi a diventare più piccola e a ridimensionare la sua presenza nella società: si tratta di scelte delicate e dolorose, ma che sono necessarie per affrontare le sfide nuove della missione e della testimonianza evangelica”.

Ma - aggiunge - “il dispiacere e l’amarezza per la conclusione della presenza nella nostra città dei frati cappuccini, non devono impedirci di dare il giusto e doveroso spazio al ringraziamento”. Il legame tra Rovigo e i frati, per il vescovo, è e resterà “indissolubile”.

“Grazie all’ordine dei frati cappuccini - il messaggio del capo della diocesi - per quello che il convento ha rappresentato nella storia di Rovigo, per i tanti poveri accolti e sfamati, per le persone consolate e riconciliate nel segreto del confessionale, per i tanti ragazzi e giovani che nel seminario hanno ricevuto una formazione umana e cristiana”.


Attività che non saranno interrotte. “L’ordine dei cappuccini - annuncia infatti Pavanello - continuerà una presenza nella nostra città tramite la fraternità di Lendinara”. Allo stesso tempo, “la Provincia veneta assicurerà ancora l’assistenza religiosa nel carcere, come pure offrirà una disponibilità, in un orario e in un luogo che sarà reso pubblico prossimamente, di un frate per le confessioni e l’assistenza ai gruppi francescani. A questo proposito - aggiunge - sono lieto di comunicare che la diocesi ha messo a disposizione dei gruppi francescani l’auditorium e la chiesa della Piccola Casa San Leopoldo in Tassina. Auspico possa diventare la nuova ‘casa’ dei francescani di Rovigo”.


Inoltre, “mi piace segnalare l’impegno dei preti della città per organizzare un servizio di confessioni al santuario dell’Addolorata, che inizierà a metà di questo mese”, dice ancora il vescovo.
Certo, c’è piena consapevolezza che “siamo alla fine di un’epoca. E invito a esprimere tutti un impegno: l’impegno a non disperdere l’insegnamento e l’esempio che i frati cappuccini ci hanno dato nel tempo della loro presenza tra noi”. Ma è innegabile che una pagina, ieri, si sia chiusa per sempre.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    03 Settembre 2023 - 19:15

    staremo a vedere per quanto tempo le "celle" dei frati rimaranno vuote...ci sono parecchie persone che arrivano e sono gia' arrivate in polesine..ovviamente,il tutto a pagamento.vedremo

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