VOCE
LA PROPOSTA
19.09.2023 - 18:19
L’ex base Nato di Zelo come possibile centro per il rimpatrio dei profughi (Cpr). L’idea è spuntata nuovamente fra le opzioni per la realizzazione dei centri per l’accoglienza dei migranti nell’attesa di essere rimpatriati o ricollocati in altri territori. Un’idea per niente originale, dato che è stata messa in campo per anni come possibile struttura di accoglienza, ma che è tornata sulla ribalta negli ultimi giorni.
Il governo, infatti, è in cerca di grandi strutture, soprattutto le ex caserme militari, per realizzare i Cpr di nuova generazione, e ne servirà almeno uno per ogni regione. Ed ecco che l’ex base Nato di Zelo, ma che si trova sul territorio del comune di Ceneselli, è entrata nel mazzo delle possibili carte da giocare.
Diciamolo subito, a prima vista si tratta di un’ipotesi con poche possibilità di diventare realtà. E questo per tutta una serie di motivi. Ma che già comincia a sollevare qualche fibrillazione nelle comunità locali, che in passato si erano schierate con forza contro simili soluzioni.
A giocare contro un Cpr in Alto Polesine sono i costi che sarebbero necessari per sistemare la struttura, in decadenza da anni e immersa tra degrado, edifici abbandonati e vegetazione aggressiva. Qualche anno fa era stata calcolata una somma di circa 2 milioni di euro per metterla in condizione di diventare una struttura di accoglienza degna di questo nome. Ora la cifra non può che essere aumentata.
Ma questo potrebbe essere un problema risolvibile nel caso lo Stato mettesse a disposizione - come pare intenzionato a fare - le risorse finanziarie per realizzare una rete nazionale di Cpr. Senza contare che questi centri saranno realizzati, se lo saranno, soprattutto in aree periferiche, lontano dai centri abitati, e l’ex base Nato risponde in pieno a questi requisiti. Un po’ meno a quello della logistica, in quanto è piuttosto lontano dagli aeroporti (Verona a 70 chilometri, Venezia a oltre 100) e dal tribunale (40 chilometri). Ma parliamo di distanze che non sono proibitive.
Le direttive del governo Meloni sono sembrate chiare: definire un Cpr, in collaborazione con le prefetture, in ogni regione. Da sottolineare che i parametri da rispettare sono difficilmente compatibili con un singolo sito: aree periferiche, vicinanza a tribunali e aeroporti, ex caserme da sistemare, o in alternativa terreni isolati su cui costruire ex novo. Insomma non una soluzione facile da trovare per governo e prefetture.
Senza contare che qualunque scelta, probabilmente, troverebbe la contrarietà delle comunità locali. Sia a Ceneselli-Zelo, che a Conetta, proprio sul confine con il comune di Cavarzere, in provincia di Venezia, altra ex base, già usata negli anni scorsi come centro di accoglienza di migranti e finita però al centro di polemiche e inchieste giudiziarie, tanto che una sua nuova destinazione a Cpr appare remota.
C’è poi l’ex base missilistica di Bagnoli, in provincia di Padova.
Lo stesso ministro della giustizia Carlo Nordio ha spiegato che “di fronte a un’invasione non prevista di queste dimensioni, è necessario trovare soluzioni. La distribuzione verrà spalmata su tutto il territorio dello Stato e a livello europeo. Nessun sindaco vuole dietro la propria casa una centrale nucleare, un carcere o un centro di accoglienza perché pensa che possa creare problemi, ma sarà una spalmatura molto omogenea e proporzionata, che non penalizzerà nessun territorio”.
Nordio aveva anche fatto un censimento delle ex caserme: “Ne abbiamo individuate una decina, contiamo di trovarne altre. Molte sono quelle dismesse, soprattutto nel Triveneto, compatibili con il carcere per misure di sicurezza, con investimenti non ingenti potrebbero essere ristrutturate per la detenzione per reati minori. E lo stesso può essere per i Cpr, dove peraltro le misure di sicurezza sono minori perché non sono soggetti detenuti”.
Secondo le ultime indicazioni in questi Cpr i migranti dovrebbero rimanere fino a 18 mesi. E per evitare allontanamenti i Cpr sarebbero controllati dall’esercito. Insomma: sarebbero strutture diverse rispetto ai Centri del passato, come potevano essere quelli di Conetta o Bagnoli.
In Veneto il numero dei migranti continua a salire nell’ultimo mese sono state censite 354 persone in più, il totale degli immigrati in accoglienza è 8.540.
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