VOCE
EMERGENZA
20.09.2023 - 16:29
"No al centro per il rimpatrio dei profughi (Cpr)". La scritta campeggia chiara davanti all'ingresso dell'ex base Nato di Zelo, ed è firmata dai militanti di Forza Nuova.
Ma ciò che risalta del sito che - secondo rumors - dovrebbe essere riaperto per l'emergenza profughi, è l'abbandono in cui versa e il degrado.
L’idea è spuntata nuovamente fra le opzioni per la realizzazione dei centri per l’accoglienza dei migranti nell’attesa di essere rimpatriati o ricollocati in altri territori. Un’idea per niente originale, dato che è stata messa in campo per anni come possibile struttura di accoglienza, ma che è tornata sulla ribalta negli ultimi giorni.
Il governo, infatti, è in cerca di grandi strutture, soprattutto le ex caserme militari, per realizzare i Cpr di nuova generazione, e ne servirà almeno uno per ogni regione. Ed ecco che l’ex base Nato di Zelo, ma che si trova sul territorio del comune di Ceneselli, è entrata nel mazzo delle possibili carte da giocare.
A giocare contro un Cpr in Alto Polesine sono i costi che sarebbero necessari per sistemare la struttura, in decadenza da anni e immersa tra degrado, edifici abbandonati e vegetazione aggressiva. Qualche anno fa era stata calcolata una somma di circa 2 milioni di euro per metterla in condizione di diventare una struttura di accoglienza degna di questo nome. Ora la cifra non può che essere aumentata.
Tra le altre ipotesi anche Conetta e Bagnoli di Po, anche queste sedi di ex basi militari della Nato. Secondo le ultime indicazioni in questi Cpr i migranti dovrebbero rimanere fino a 18 mesi. E per evitare allontanamenti i Cpr sarebbero controllati dall’esercito.
In Veneto il numero dei migranti continua a salire nell’ultimo mese sono state censite 354 persone in più, il totale degli immigrati in accoglienza è 8.540.
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