VOCE
IL CASO
20.09.2023 - 10:20
Il tribunale di Firenze ha emesso una sentenza controversa ad agosto, assolvendo due giovani imputati di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 20 anni. La decisione giudiziaria è basata sull'argomento che nella notte di settembre 2018, in cui si verificarono gli eventi incriminati, ci furono "atti sessuali non pienamente voluti". Tuttavia, la decisione ha scatenato una valanga di critiche, poiché il Giudice dell’Udienza Preliminare ha assolto gli accusati sostenendo che si trattava di "un'errata percezione" del consenso della ragazza, affermando che il delitto di violenza sessuale non può essere considerato punito a titolo di colpa.
Il caso ha destato grande indignazione tra la pubblica opinione e ha suscitato un acceso dibattito sull'interpretazione del consenso nelle relazioni sessuali e sulla percezione del passato delle persone coinvolte. La vittima, che ora ha scelto di parlare pubblicamente con il quotidiano La Repubblica, ha espresso profonda amarezza riguardo alla sentenza.
"Evidentemente i trascorsi di una persona sono un fattore determinante nel momento in cui questa deve esprimere consenso o dissenso. Non dovrei poter dire 'sì' venti volte senza per questo togliere valore al 'no'?", ha dichiarato la giovane alla Repubblica. La procura di Firenze ha annunciato che presenterà un appello contro la sentenza, come confermato dall'avvocato della vittima, Andrea Santucci.
I fatti in questione si sono verificati durante una festa nelle campagne del fiorentino, dove la ragazza è stata coinvolta in un evento traumatico che ha segnato la sua vita in modo indelebile.
La vittima ha continuato a raccontare la sua esperienza: "A dire il vero cerco di non pensarci affatto, ma non nego di ritrovarmi spesso a dover scacciare pensieri o immagini dalla testa o dai miei incubi. Ripenso a quella sera come il giorno in cui ho perso la fiducia in tutto. Erano miei amici, gli volevo bene e pensavo ne volessero a me, o quanto meno che si interessassero al mio benessere."
Nelle motivazioni fornite dal giudice, si sottolinea che i ragazzi coinvolti hanno mostrato "un comportamento eccessivo" e che erano "spinti dall'eccitazione" a compiere gli atti incriminati. La ragazza aveva anche bevuto durante la festa e non era "al massimo della lucidità". Inoltre, gli imputati sono stati giudicati colpevoli di avere "un'inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile".
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