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REGIONE DEL VENETO

"La fusione tra Guarda e Polesella è il futuro"

Per rilanciare le aggregazioni

"La fusione tra Guarda e Polesella è il futuro"

Giù quel campanile. O meglio, “quella difesa di un campanile che, ormai, non ha più senso di esistere vista la qualità dei servizi erogati da alcuni dei nostri Comuni”. L’assessore regionale agli enti locali Francesco Calzavara, ieri, agli Stati generali dell’Anci Veneto, a Verona, ha fatto il punto sul progetto di riordino territoriale, a ormai poco più di un mese dal referendum per la fusione tra Polesella e Guarda Veneta.

Un appuntamento importante “per ridare fiducia - ha detto Calzavara - nella possibilità di portare a compimento le fusioni”, dopo un periodo di frequenti bocciature (anche nel nostro Polesine). “E’ fondamentale tornare a far capire che le fusioni sono ancora possibili”, ha sottolineato l’assessore. E a chi argomenta che unendo Guarda e Polesella si ottiene un nuovo Comune di appena cinquemila abitanti, indica la via perseguita “da Quero e Vas, in provincia di Belluno”, che si sono fuse nel 2013 dando vita a un nuovo municipio di 3mila abitanti e che ora sono pronte “a una nuova fusione con Alano di Piave” che ne raddoppierebbe la dimensione.

Insomma, la politica dei piccoli passi ma con un obiettivo chiaro: “Come Regione - ha spiegato ancora Calzavara - noi dobbiamo proporre una visione di medio periodo, e dire chiaramente che stiamo andando verso lo spopolamento dei nostri piccoli Comuni. Quello che ci aspetta, nei prossimi anni, è un trend che ci porterà ad avere ancor meno abitanti, e di fronte a questo dobbiamo fare una riflessione. Capisco che il nostro Veneto sia ancora fortemente identitario, ma in gioco non c’è l’esistenza del campanile ma quella dei servizi ai cittadini. Di fronte a questi, certe barricate non hanno alcun senso di esistere”.

Calzavara, quindi, ha offerto un excursus sul documento programmatico redatto “dopo aver redatto oltre 225 amministratori del territorio, e aver registrato le loro aspettative sul possibile riordino istituzionale della nostra Regione”. Un progetto ora al vaglio della prima commissione. E che ha il proprio fulcro nei corpi intermedi tra Regione e Comune: a partire dalle nuove Province (a proposito: la riforma per rendere nuovamente elettive dovrebbe slittare al 2025), per proseguire con gli Ats, per i quali il via libera è atteso entro fine anno e che consentiranno di accedere ai fondi nazionali ed europei per il sistema sociosanitario, ed arrivare a Ipa, Unioni di Comuni e comunità montane “essenziali - le parole di Calzavara - per poter contare su una progettazione di area vasta. E’ nell’interesse della Regione avere strumenti che non guardino più al bisogno di un singolo comune ma che abbiano ricadute più ampie”. E anche in questo senso si inserisce l’esperienza delle conferenze tematiche dei sindaci, “che proprio nel Delta del Po hanno dato un ottimo risultato”.

Sullo sfondo, resta la riduzione a quota 500 del numero dei Comuni entro il 2030. “Chiaro che non è un obiettivo, ma una traiettoria a cui puntare. Mi auguro che Polesella-Guarda sia il primo passo di questo percorso, e che dopo l’ok dei rispettivi consigli comunali arrivi anche quella dei cittadini, anche in considerazione dell’abbassamento del quorum”. Intanto, “presto - assicura l’assessore - tutti i cittadini dei due Comuni riceveranno la documentazione informativa che abbiamo preparato per spiegare gli aspetti positivi di questa operazione”.

Un’operazione in cui crede anche l’assessore regionale polesano Cristiano Corazzari, anche lui ieri sul palco di Verona. “Il nostro territorio - ha detto, in particolare - soffre il fatto di essere composto di tanti piccoli centri, con territori vasti e bassa popolazione. Così diventa difficile erogare servizi adeguati, per assenza di strutture e disponibilità finanziaria. Razionalizzare gli enti locali serve per migliorare i servizi ai cittadini, senza perdere l’identità e la storia delle realtà coinvolte. Per questo, è importante che la proposta di fusione trovi condivisione dal basso e non sia un obbligo a cui adeguarsi”.

Corazzari, assessore alla sicurezza, ha inoltre posto l’accento su quanto fatto dalla Regione sul fronte “della videosorveglianza e per dotare i comandi di polizia locale delle strumentazioni adeguate. I nostri agenti sono sempre più un punto di riferimento per la popolazione, e agiscono ormai anche con compiti di polizia giudiziaria: per questo è importante aggiornarne anche lo stato giuridico equiparandolo a quello delle forze dell’ordine”.

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