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TRIBUNALE

Nessun incitamento all'odio razziale dagli spalti, assolto

Il caso aveva suscitato un certo clamore

"Riorganizziamo i tribunali ordinari del Veneto"
Una assoluzione importante, che arriva a chiusura di una vicenda che aveva sollevato un certo clamore nel calcio polesano. Ne dà notizia il legale della persona coinvolta e, quindi, nei giorni scorsi in Tribunale a Rovigo.
 
"Il sottoscritto avvocato Federico Donegatti, patrocinante in Cassazione, difensore di fiducia di Michele Ottoboni - scrive - rappresenta che in data 18 settembre il proprio assistito è stato assolto dal grave reato di incitamento all'odio razziale per avere proferito (secondo la ricostruzione accusatoria, che non ha retto il dibattimento, ndr), espressioni razziste in seno alla partita tra il Polesella e Abbazia Calcio di Badia Polesine, nel campionato di Terza categoria".
"E' emerso dalla istruttoria dibattimentale - prosegue l'avvocato - come l'Ottoboni si sia limitato a proferire un paragone nei confronti di tifosi esagitati di colore vestiti con abiti tribali che continuavano in tribuna a dire "Batti duro Keita! Fagli male!", dicendo semplicemente "Ma batti duro cosa? E' come se io dicessi che i barconi devono affondare". Un semplice paragone, senza alcun incitamento all'odio razziale!".
"Determinanti sono stati i testi della difesa, unitamente all'esame dell'imputato ma addirittura lo stesso Presidente del Polesella, l'allenatore e un dirigente del Polesella hanno ridimensionato il tutto, escludendo che Ottoboni avesse incitato all'odio razziale. Termina un incubo per Michele Ottoboni che è un imprenditore di successo, che ha vinto tantissimo come Presidente delle società di calcio e che è stato esposto ad una gogna mediatica venendo etichettato come razzista quando razzista non lo è mai stato".
"Michele Ottoboni si duole anche del fatto che il Sindaco di Badia Polesine Giovanni Rossi sia intervenuto subito sulla stampa locale all'epoca del fatto scusandosi con il Polesella Calcio senza attendere l'accertamento della verità processuale, dando per scontato che il mio assistito avesse pronunciato frasi razziste. Il processo ha dimostrato al contrario che nessuna frase razzista volta all'incitamento all'odio razziale è mai stata pronunciata da Michele Ottoboni, assolto perché il fatto non sussiste. Credo che più di qualcuno debba chiedere scusa a questo imprenditore di successo, ingiustamente etichettato come razzista, con danno alla Sua immagine personale e professionale".
 
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