VOCE
ADRIA
27.09.2023 - 07:00
Eccoli lì, ai piedi della croce. A rivivere lo stesso imperscrutabile dolore che una madre provò sul Gòlgota duemila anni fa. Lì ai piedi della croce con la foto di Mattia Panarella nello stesso luogo, negli stessi instanti in cui, due anni fa, il giovane 17enne prendeva la strada del cielo.
Lì, sul ciglio della Sr443, a qualche centinaio di metri dal santuario Madonna dell’autista di Valliera: mamma Erika bacia il sorriso di un figlio che non c’è più, papà Angelo fissa una rosa rossa, mentre Alice, la sorella più giovane, si asciuga le lacrime. Al loro fianco alcuni amici di Panna 7747, così amava farsi chiamare, con le torce, quasi a voler ricordare che il sorriso di Mattia squarcia le tenebre. Al di là del fossato osservano in silenzio i nonni, Tiziana e Carlo che portano la stessa tragica ferita, don Fabio insieme al diacono Simone, amiche e amici di Mattia con il suo volto sorridente di Panna stampato sulla T-shirt e l’abbraccio delle due comunità parrocchiali di San Rocco e San Vigilio. Momenti di silenzio, quasi surreale, squarciati solo dal rombo delle vetture che sfrecciano lungo la strada, incuranti dell’intimità di quel luogo e di quel momento, perché spesso chi guida non pensa al valore della vita.
Lì, ai piedi della croce con la foto di Mattia, con la rosa rossa nel cuore e gli altri fiori donati dagli amici, sono trascorsi i momenti più toccanti, emozionanti, sicuramente indimenticabili, della fiaccolata in ricordo del giovane. La manifestazione ha preso il via dal piazzale della chiesa, in quei luoghi dove Mattia ha trascorso in allegria gli ultimi istanti della propria esistenza.
Il parroco ha aperto l’incontro con le parole di Papa Francesco. “La morte – ha detto – fa parte della vita: eppure, quando tocca gli affetti familiari, non riesce mai ad apparirci naturale. Sopravvivere ai nostri figli è qualcosa di particolarmente straziante che contraddice la natura elementare dei rapporti. E’ come se fermasse il tempo – ricorda Papa Francesco – Si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. E’ uno schiaffo alle promesse, ai doni e tocca profondamente. Rimaniamo come paralizzati, ammutoliti”. Dopo un momento di raccoglimento, in corteo è stato raggiunto il luogo della croce. Al ritorno gli amici hanno voluto dare l’ultimo saluto a Panna con la canzone di Astra “Il bello dell’amore”. E don Fabio ha aggiunto: “Torniamo a casa con il cuore sconvolto per non dormire in questa notte, per restare un po’ svegli perché chi ama non ha paura della notte”.
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