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ADRIA

15 anni di missione in Brasile

Raccontati da Don Gabriele Fantinati a Bottrighe

 15 anni di missione in Brasile

Cresce l’attesa, a Bottrighe, per la presentazione del libro “L’amore è più forte della morte” di don Gabriele Fantinati. Un’attesa caratterizzata anche dal desiderio di riabbracciare un bùtrigan divenuto sacerdote e che ha portato la propria testimonianza di vita e di fede nella missione in Brasile. Attualmente è parroco ad Ariano Polesine.

L’appuntamento è per venerdì 6 ottobre alle 17,30 nel centro civico in piazza Libertà, nella sede della biblioteca frazione che organizza l’incontro.

Il libro è in qualche modo un testamento spirituale e pastorale sulla propria attività missionaria. E’ stato ordinato sacerdote nel 1976 dal vescovo di Chioggia Sennen Corà, in quanto il vescovo diocesano era ammalato. Ha profuso il suo impegno pastorale in diverse parrocchie, tra le quali Duomo a Rovigo, Baricetta e Valliera. Tuttavia ha trascorso quasi metà della sua vita di sacerdote dedicandosi alla missione diocesana brasiliana, nella zona di Bahia, nell’immenso Brasile. L’avventura si è sviluppata in tre momenti per complessivi 15 anni.

“Obiettivo di un missionario – spiega don Gabriele - penso non sia solo costruire case o scuole ma anche aiutare spiritualmente: il primo obiettivo è portare la parola di Dio. Il Vangelo si trasmette con la bontà e con l’amore. Quando ho scritto il libro – confessa - non pensavo ad un libro di spiritualità ma a un libro di testimonianza, ad un piccolo saggio di antropologia culturale”.

E ancora: “Il mio intento era quello di far conoscere ad altri questa mia bellissima esperienza. Per la verità non avevo in mente un diario ma piuttosto una serie di quadretti facili da leggere e ricordare. Il libro cerca in qualche modo di raccontare esperienze di vita vissuta in quelle ‘periferie’ che non fanno storia. Si parla di persone e di vite a cui pochi si interessano ma che fanno parte di quel mondo, ai Tropici, da dove potremo importare non solo materie prime ma soprattutto lezioni di vita”.

Aperta nel 1973 la missionari comprendeva un territorio vasto come l’attuale Svizzera, con una ventina di parrocchie.

“Nemmeno da pensare che ci fossero strade asfaltate, energia elettrica, acqua potabile – racconta don Gabriele – Esistevano gravi problemi sanitari ma solo i benestanti potevano spostarsi a San Paolo. Poi con gli anni le cose sono via via migliorate ma sempre restando ben distanti dalla civiltà che noi abbiamo imparato a conoscere qui. Da alcuni anni la missione è stata lasciata alla gestione di sacerdoti e laici del posto, troppo pochi i sacerdoti qui da noi per poter sostenere ancora un impegno così gravoso anche se appagante sotto tutti i punti di vista”.

Conclude con una riflessione: “Di sicuro abbiamo lasciato quella parte del Brasile molto migliorata rispetto a quando siamo entrati noi sacerdoti diocesani, il nostro impegno e sacrificio è stato ampiamente ripagato dai risultati ottenuti”.

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