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TRAGEDIA IN A 13

Nello schianto perde moglie e figlia

Il tremendo racconto dell'uomo, a sua volta rimasto ferito

Nello schianto perde moglie e figlia

Mercoledì scorso, alle 15, lungo l'autostrada A13 tra i caselli di Ferrara Nord e Ferrara Sud, una tragedia ha sconvolto la vita di Michele Petriccione, 50 anni, e la sua famiglia. Stava viaggiando con sua moglie Maria Grazia, 49 anni, e la loro adorata figlia Gioia di 5 anni per raggiungere i nonni a Sabaudia. Gioia, felice di riabbracciare i nonni, stava preparando un disegno per loro con matite colorate, seduta sul sedile posteriore, mentre sua madre era accanto a lei. La famiglia stava condividendo momenti di gioia e serenità.

Tuttavia, il destino ha colpito in modo tragico quando la loro Saab è entrata in collisione con un tir fermo in coda sull'autostrada. Michele Petriccione, l'unico sopravvissuto all'incidente, ha raccontato l'orribile momento che ha segnato la fine di quella felicità familiare. A raccogliere la tremenda testimonianza, il quotidiano "Il Mattino di Padova".

"Non ho visto il camion davanti a me fino a quando non ero a 30 centimetri dal suo paraurti sinistro. Non ho avuto il tempo di frenare. Abbiamo toccato l'ultimo pezzo del paraurti del Tir, e l'auto è stata inghiottita, il cassone è entrato nell'abitacolo", ha raccontato Michele.

Le ultime parole che ha condiviso con sua moglie e sua figlia erano piene di amore e gioia. Avevano pianificato il viaggio per visitare i nonni di Gioia a Sabaudia, un viaggio atteso da tempo. Gioia era così felice all'idea di riabbracciare i nonni che non riusciva a contenere la sua felicità mentre disegnava nel sedile posteriore.

Maria Grazia era seduta accanto a Gioia, come faceva sempre durante i lunghi viaggi, sia per essere vicina alla piccola sia per alleviare il suo mal di schiena. Michele ricorda con affetto l'ultimo momento di gioia che avevano condiviso in auto: "Gioia teneva la matita in un modo stranissimo, tra pollice e indice. Era quasi comico. Le ho detto: 'Certo che sei un personaggio tu'. Siamo scoppiati tutti a ridere. Tempo un minuto, ed è successo quello che è successo".

Michele Petriccione ha anche condiviso un momento speciale che aveva vissuto con sua moglie la mattina precedente all'incidente. Aveva lavorato da casa e avevano trascorso del tempo prezioso a condividere sentimenti profondi. "Io non so perché quella mattina sentissimo l'esigenza di dirci quelle cose così profonde: forse avevamo il bisogno di farlo per l'ultima volta", ha detto Michele.

La piccola Gioia avrebbe compiuto sei anni il giorno seguente, e il loro viaggio verso i nonni era stato un argomento di gioia e celebrazione fino a quel momento. Michele ha sottolineato quanto speciale fosse Gioia per lui e Maria Grazia, ricordando i lunghi anni di attesa per avere una figlia e il significato profondo dietro il nome che avevano scelto per lei. Gioia era un dono, e il suo nome si è rivelato profetico, incarnando la vivacità e la solarità della loro amata bambina.

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