VOCE
LA PROTESTA DEI PROFUGHI
03.10.2023 - 19:33
Si sono riuniti in gruppo davanti alla casa accoglienza di Borgo Fiorito gestita dalla cooperativa Ekene di Battaglia Terme, che attualmente ospita 140 richiedenti asilo. Si sono seduti per terra e sul marciapiede in segno di protesta: “Siamo una cinquantina - hanno detto i profughi di Cavanella Po - e viviamo tutti nel campo. Non ci danno niente da mangiare, non ci danno soldi e non ci danno i documenti”.
E’ andata così in scena la protesta degli extracomunitari ospitati a Borgo Fiorito e nel giro di pochi minuti le forze dell’ordine, carabinieri e polizia, con alcune pattuglie, hanno circondato la zona. La protesta è stata pacifica e nel giro di un’ora è rientrata, ma la criticità rimane.
I profughi hanno contestato dunque la scarsa qualità del cibo e la mancata corresponsione del “pocket money”, ovvero della diaria giornaliera pari a 2,50 euro, assegnata a ogni profugo. Non ci sono state tensioni, anche se le forze dell’ordine sono state impegnate a dialogare con i richiedenti asilo per calmare gli animi.
Tra i motivi della contestazione, tra l’altro, anche il fatto che da un po’ di tempo i controlli della polizia e dei carabinieri siano aumentati nella zona. Ragionevoli controlli, tra l’altro, visto che proprio a Borgo Fiorito tempo fa è scoppiata una bomba carta.
“La protesta è rientrata in breve tempo – conferma il sindaco Massimo Barbujani – Ha interessato, da quanto mi è stato riferito, poche persone, una netta minoranza rispetto ai 140 extracomunitari che dovrebbero essere ospitati a Borgo Fiorito. Uso il condizionale – afferma il sindaco – perché c’è un continuo andare e venire per cui non si sa mai il numero preciso dei presenti. Mi è stato riferito, anche, che alcuni che risiedono negli appartamenti di Borgo Fiorito, sarebbero impegnati in lavori di campagna nelle aziende agricole dei dintorni”.
Si tratta di “residenti” che, avendo fatto domanda di protezione internazionale perché perseguitati nel loro paese, hanno un permesso di soggiorno in Italia. Avendo residenza a Borgo Fiorito, molti chiedono la carta d’identità in Comune ad Adria, insieme al riconoscimento dello status di rifugiati che è di competenza della questura e questo è uno dei motivi della protesta.
La questura di Rovigo, tuttavia, è una delle strutture più celeri del Veneto nell’espletamento delle pratiche per il riconoscimento dello stato di rifugiati politici.
La prefettura di Rovigo, invece, con i suoi uffici fa costanti controlli sulla gestione della struttura, sia di carattere documentale che con ispezioni fisiche in sede. Pare ci sia stato un ritardo nella corresponsione della “diaria” per una gestione della contabilità e per uno strascico del periodo estivo. La criticità dovrebbe rientrare al 100 per cento nel giro di pochi giorni.
“La causa prima – riferisce Bobo – sarebbe la scarsa qualità del cibo e il mancato riconoscimento del pocket money. Su questo faremo delle verifiche con gli organi competenti. Tuttavia autorevoli fonti mi dicono che la protesta sarebbe stata strumentalizzata per creare una certa tensione a seguito della più assidua presenza delle forze dell’ordine in paese, dopo l’incontro che abbiamo avuto in prefettura. Questa presenza più assidua sta indubbiamente ostacolando tutta una serie di attività illecite, soprattutto notturne, mentre prima avevano campo libero. Forse hanno voluto mandare un segnale, con prefettura e questura cercheremo di capire meglio che cosa sta succedendo. Sicuramente non sarà abbassato il livello di guardia”.
Commenti all'articolo
frank1
04 Ottobre 2023 - 08:10
elencano i loro "diritti"..non si sa come e perchè abbiano queste spettanza dall'italia.ma di doveri manco una menzione;dopo che avranno la diaria,la sanita' gratis (senza aver mai versato nulla)...i pasti gratis...il vestiario..i telefonini con scheda piena...dove andranno? nella migliore delle ipotesi,nelle panchine dei parchi ad oziare..altri,invece,nei dintorni delle stazione FS...
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