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BADIA POLESINE

La stazione attende il proprio futuro

Per uscire da degrado e abbandono

La stazione attende il proprio futuro

L’ambientalista e storico badiese Claudio Vallarini ha preso carta e penna, non è certo la prima volta che lo fa, e ha scritto una missiva indirizzandola al sindaco Giovanni Rossi, a Elisa De Berti assessore ai Trasporti della Regione Veneto, al Questore di Rovigo Giovanni Battista Scali, ai consiglieri comunali badiesi Manuel Berengan e Luca Giusberti.

All’attenzione dei suddetti l’ormai annoso degrado nel quale versa la stazione ferroviaria badiese. Ai destinatari del documento Vallarini sottolinea: “Penso che l'unico modo che funziona contro il degrado delle stazioni ferroviarie sia quello di ‘farle vivere’. Dopo la chiusura delle stazioni e la fine del presenziamento di tutte le sedi sulla linea Verona-Rovigo si è presentato il problema della loro occupazione da parte di persone estranee all'attività ferroviaria che ne usano i locali in modo improprio per bivaccarvi, spacciare droga e quant'altro".

"Nella stazione badiese si possono vedere cancelli aperti che consentono l'accesso ad aree riservate all'attività tecnica già dal primo pomeriggio, costose obliteratrici devastate e immondizie ovunque; le obliteratrici distrutte, la scarsità di igiene e la probabile presenza di droga ‘pesante’ rappresentano un messaggio chiaro da parte di chi se ne è ormai appropriato".

"Qui lo Stato e la legalità sembra che non debbano entrare. Nonostante la sede ferroviaria debba essere chiusa dalle 22 alle 5 del mattino e i locali interni debbano essere interdetti alle persone estranee all'attività ferroviaria, molte persone vi accedono invece liberamente”.

Lo steso propone un possibile comodato d’uso della stazione e di fare abitare i piano superiori e di adibire quelli inferiori a spazi per istituzioni di Pubblica Sicurezza e aggiunge: “Il problema del degrado nella stazione ferroviaria - a mio parere - non si risolverebbe mandando una pattuglia della Polizia Municipale alla sera oppure una visita di dodici poliziotti della Polizia di Stato (ai quali va comunque il nostro ringraziamento) ma ‘rivitalizzando’ in altri modi questo biglietto da visita della città (cominciando a chiudere il cancello d'entrata dalle 22 alle 5 e il cancello retrostante alla Sala tecnica) una città che per decenni ha rappresentato un ‘fiore all'occhiello’ del Polesine. Prevenire, è meglio che curare”.

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