VOCE
VENETO
11.10.2023 - 08:01
Carabinieri durante un posto di controllo
Nella serata di lunedì, la tranquillità di Marostica è stata turbata da un episodio che ha portato all'arresto di un diciannovenne originario della provincia di Torino. Il giovane, senza fissa dimora sul territorio nazionale e con un precedente penale, è stato tratto in arresto dai carabinieri della città veneta per resistenza a un pubblico ufficiale. La vicenda, iniziata con un semplice controllo stradale, ha presto assunto contorni più gravi.
Verso le 18.30, i carabinieri, insospettiti dal comportamento del conducente di un veicolo che circolava nei pressi della rotonda di corso Della Ceramica, hanno deciso di intervenire. Mentre cercavano di fermare il veicolo, il conducente ha reagito in maniera violenta, rifiutandosi di fermarsi e tentando una fuga verso viale Vicenza. Questo atto di sfida ha innescato una pericolosa serie di eventi che ha messo in pericolo l'incolumità degli altri utenti della strada.
Dopo un lungo inseguimento, i carabinieri sono finalmente riusciti a raggiungere il veicolo e a fermare il conducente. Nell'auto, oltre al giovane al volante, c'erano anche la moglie e i due figli minori. La situazione è rapidamente degenerata quando i carabinieri hanno proceduto a una perquisizione personale e veicolare. All'interno dell'auto, sono stati rinvenuti diversi grimaldelli, forbici, chiavi inglesi e persino un'ascia, tutti oggetti detenuti senza una valida giustificazione.
Questi ritrovamenti hanno ulteriormente complicato la situazione del diciannovenne, portando all'accusa di possesso ingiustificato di strumenti da scasso, oltre alla resistenza a un pubblico ufficiale. Dopo l'arresto, sono state avviate le formalità di rito, e il giovane è stato trattenuto presso le camere di sicurezza, in attesa del processo di direttissima che si è tenuto nella mattinata di martedì.
Il processo ha portato a una condanna che prevede una pena pecuniaria di 450 euro, in luogo dei tre mesi di reclusione originariamente previsti. Questa condanna è stata il risultato delle accuse di resistenza e possesso ingiustificato di attrezzi da scasso. In seguito alla condanna, il giovane è stato liberato, ma il verdetto rappresenta un segnale forte riguardo alle conseguenze delle sue azioni.
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