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AGENZIA DELLE ENTRATE

Caos sui Pos, arrivano ai locali richieste di pagamento spaventose

In tantissimi si sono allarmati, ma è un errore

Da oggi, multe a chi non fa pagare col Pos

Un'ombra di inquietudine si è abbattuta tra i commercianti e i pubblici esercizi padovani, poiché l'Agenzia delle Entrate ha iniziato a inviare richieste di pagamento, a seguito di presunti errori nei conteggi elettronici, che potrebbero far tremare chiunque. I commercianti sono costretti a confrontarsi con richieste di pagamento notevolmente salate, in quanto sembrerebbe che abbiano guadagnato molto di più di quanto abbiano dichiarato attraverso la fatturazione elettronica.

In questi giorni, molti ristoratori, baristi e negozianti stanno ricevendo Pec (Posta Elettronica Certificata) contenenti le cosiddette lettere di "compliance", segnalando possibili errori nell'incrocio dei dati tra gli incassi registrati dal sistema POS (Punto di Vendita) e gli scontrini o le fatture emessi. In sostanza, sembra che gli importi registrati tramite il pagamento elettronico non coincidano con le fatture emesse, risultando superiori.

È compito dell'Agenzia delle Entrate verificare la correttezza dei dati ufficiali delle imprese, ma in questo caso, sembrerebbe che l'incongruenza non sia causata da errori nell'emissione degli scontrini o delle fatture, ma da problemi nei conteggi delle transazioni elettroniche.

Filippo Segato, segretario dell'Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe), spiega che il problema risiede nel percorso tra il "gestore del sistema di pagamento", che può essere una banca o un circuito che fornisce il POS al negozio, e l'Agenzia delle Entrate. I dati relativi agli incassi Pos sembrano essere duplicati, triplicati o, in alcuni casi, addirittura quintuplicati nei primi quindici giorni del mese, creando confusione e disagio tra i commercianti.

Attualmente, non è ancora chiaro se il problema derivi da errori nei sistemi di pagamento o da errori commessi dall'Agenzia delle Entrate nella fase di acquisizione o gestione dei dati. Ciò che è certo, come afferma Segato, è che i contribuenti stanno affrontando un notevole disagio, dovendo sostenere costi per la complessa verifica delle incongruenze segnalate e procedere alla comunicazione di rettifica all'Agenzia delle Entrate.

Per affrontare questa situazione, l'Associazione Appe ha preso una posizione attiva. Quando le segnalazioni di errori hanno raggiunto un numero significativo, l'Associazione ha scritto alla Fipe-Confcommercio, chiedendo il loro intervento presso l'Agenzia delle Entrate al fine di ottenere un annullamento automatico delle segnalazioni a carico delle imprese. L'obiettivo è ottenere una risposta tempestiva da parte dell'Agenzia che annulli tutte le Pec già inviate e che sospenda ulteriori richieste in attesa di chiarimenti.

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