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crisi immobiliare

“Rivedere la politica delle case”

“Dove ci sono poli occupazionali occorre portare servizi e abitazioni. Un tavolo per pianificare”

“Rivedere la politica delle case”

“E’ necessario rivedere la politica legata al tema casa, lavoro e nuovi investimenti. Perché è tutto collegato. Il problema della crisi immobiliare, in Polesine, si risolve mettendosi attorno ad un tavolo per impostare una nuova fase di costruzione o sistemazione di unità abitative”. Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Veneto est, con delega alla provincia di Rovigo, interviene sul caso della carenza di case in Polesine. Una tempesta perfetta legata al basso prezzo di affitti, che frena la messa in locazione degli stessi e la costruzione di nuove case, il tutto unito all’insostenibile livello dei tassi di interesse bancari.

“Il problema casa - dice Armenio - riguarda tutto il Polesine, e si allargherà nei prossimi mesi. Ci sono insediamenti produttivi che si stanno formando, altri ne arriveranno, portando posti di lavoro, e quindi la necessità di alloggi per i lavoratori. Occorre rendersene conto, a tutti i livelli”. E rivolto alla politica: “Non è possibile chiedere ed avere aree industriali nel proprio territorio comunale senza pensare di realizzare servizi, a partire dagli alloggi. Faccio degli esempi: A Castelguglielmo sta sorgendo un maxi capannone da 85mila metri quadrati, probabilmente dedicato alla logistica. Cosa che comporterò alcune centinaia di posti di lavoro. Ci sono case per questi lavoratori? E lo stesso, più o meno, succederà con gli insediamenti che stanno maturando a Villamarzana, a Costa".

"Prima o poi il Fondo che ha opzionato un’area da 400mila metri in zona Interporto deciderà che farne. E non dimentichiamo la Zls, con investimenti che sorgeranno e che quindi necessiteranno di servizi”. Insomma il tema casa va inquadrato in una prospettiva prospettica a 360 gradi, “e per questo io chiedo che attorno ad un tavolo si siedano parti sociali, imprenditori, istituzioni per progettare davvero una nuova politica immobiliare. Nuove unità abitative e sistemazione di immobili già presenti. Questo occorre fare”. E prima ancora “pensare agli studentati, perché è la cosa più immediata, e dove le risorse economiche possono essere reperite anche attraverso le fondazioni. Dare alloggi agli studenti risolverebbe il loro problema case, e libererebbe, intanto, altri appartamenti da destinare al mercato e quindi alle famiglie e ai lavoratori”.

E ancora: “Il problema di nuovi spazi abitativi è anche legato alla qualità degli stessi che deve essere buona, per poter soddisfare le aspettative dei lavoratori e magari attrarre famiglie e pendolari. E quando dico di politica a 360 gradi mi riferisco anche alle infrastrutture ai trasporti, ad esempio pensare a linee di trasporto dalla stazione ferroviaria ai principali poli industriali e occupazionali. Altrimenti il territorio non sarà mai appetibile e non riuscirà ad invertire il trend dello spopolamento”.

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