VOCE
il caso
18.10.2023 - 06:00
Al lavoro, in Polesine, il gender gap non è stato ancora sanato. A dirlo sono le donne polesane che confermano quanto già si può vedere da recenti studi: i dati, infatti, dicono che nella nostra terra di fronte a oltre undicimila occupazioni maschili sono poco più di ottomila quelle femminili. Un dato che conforta, rispetto a qualche anno fa, ma non può bastare: per questo motivo Confindustria vorrebbe anche valorizzare maggiormente il lavoro delle donne, spesso lasciate a casa per domande inopportune, soprattutto sulla gestione del proprio nucleo familiare, che vengono fatte in sede di colloquio di lavoro.
Dice, in proposito, Alessia: “Io mi sento fortunata perché nel mio ambiente lavorativo non sentiamo questa discriminazione, anzi siamo addirittura più donne rispetto alla componente maschile. Ciò non toglie che effettivamente le discriminazioni ci siano e che spesso vengono fatte anche domande alle donne sulla gestione familiare. C’è ancora molto da fare per arrivare ad una vera uguaglianza nel mondo del lavoro”.
Dello stesso parere è Carla che aggiunge: “Io non sono più una bambina, ma nella mia lunga esperienza ho vissuto anche sulla mia pelle cosa significhi essere donna in un ambiente lavorativo: viene sempre prima la famiglia, l’accudimento dei figli, dunque non hai la possibilità di incrementare le tue competenze. Lo vedo anche ora, nella mia passione della pittura: gli uomini hanno sempre più opportunità delle donne, anche se fanno meno. Nutro però una speranza: i giovani d’oggi mi sembrano maggiormente motivati a ricercare l’uguaglianza, in particolar modo nella gestione dell’ambiente familiare”.
Per Elisa la situazione è la medesima e commenta: “Sì, confermo quanto dicono gli studi sul nostro territorio. La donna, in generale, fa sempre più fatica a trovare lavoro perché poi ti domandano della vita privata, della famiglia e quant’altro, per non parlare poi anche degli stipendi che sono sempre inferiori rispetto a quelli degli uomini. Per le donne è sempre difficile riuscire a conciliare casa e lavoro”. E lo stesso pensa Maggie che conclude: “È un dato di fatto, la strada verso l’uguaglianza è ancora lunga, soprattutto quando si vede che ai colloqui di lavoro alle donne fanno sempre domande sui figli e sulla gestione della famiglia, mentre all’uomo questo non capita mai”.
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