VOCE
VENETO
21.10.2023 - 15:00
A.A.U., un quarantasettenne di origine cingalese, è stato condannato in Tribunale a Verona a due anni e otto mesi di carcere con rito abbreviato per bancarotta fraudolenta. La sua storia è una lezione sull'oscura spirale dei vizi e dell'avidità che ha portato alla rovina dell'azienda di cui era amministratore unico.
La vicenda è stata esaminata dal giudice per l'udienza preliminare Luciano Gorra, e al centro dell'inchiesta c'è il triste destino della società che faceva capo a lui. Questa azienda era specializzata nel trasporto di merci su strada, sia a livello nazionale che internazionale. Tuttavia, negli anni tra il 2009 e il 2016, aveva ampliato le sue attività con un ramo di ristorazione e somministrazione di alimenti. Purtroppo, il 14 ottobre 2019, il Tribunale ne ha dichiarato il fallimento in risposta a una richiesta da parte di un'azienda veronese.
Nel corso delle indagini, è emerso che la principale causa del fallimento è da attribuire all'amministratore unico A.A.U., che aveva costantemente prosciugato la liquidità dell'azienda per almeno dieci anni. La causa di questo disastro finanziario era costituita da una serie di vizi che avevano completamente trascinato A.A.U. nel baratro: il gioco d'azzardo, l'alcol e le serate nei night club.
Il quarantasettenne ha ammesso di aver speso circa 120mila euro al mese per queste attività dissolute e un totale di sei-sette milioni di euro nel corso degli anni. La sua spesa eccessiva e irresponsabile è stata dimostrata attraverso prove tangibili, tra cui due assegni per un totale di 24mila euro, prelevati direttamente dalla liquidità della società e destinati al Casinò di Venezia. Inoltre, è emersa una comunicazione di messa in mora datata settembre 2019, in cui il legale del Casinò di Venezia Gioco spa ha elencato dieci assegni impagati, tutti emessi da vari istituti di credito.
A.A.U. è stato accusato anche di aver distrutto o occultato i libri contabili dell'azienda e di aver trasferito alcune proprietà aziendali. Tra questi beni confiscati figurava un veicolo Audi A7, precedentemente in uso alla società con un contratto di leasing.
In seguito a un processo condotto con rito abbreviato, il giudice ha pronunciato la condanna di due anni e otto mesi di carcere per A.A.U. Inoltre, è stato inabilitato all'esercizio di qualsiasi attività commerciale per un periodo di cinque anni.
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