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VENETO

Lei paga, ma il cucciolo non arriva

E il processo salta per un ritardo di 10 minuti

Lei paga, ma il cucciolo non arriva

Un processo che poteva portare alla giustizia un presunto truffatore è stato annullato a causa di un ritardo di soli dieci minuti. La vittima della truffa, P.C., una donna di 44 anni, aveva sporto denuncia, ma un'inaspettata gara contro il tempo, complicata da una serie di inconvenienti, ha fatto sì che la giustizia si piegasse alla legge Cartabia, impedendo il procedimento penale contro l'accusato. E' accaduto in tribunale a Treviso.

Nell'udienza precedente, alla donna era stato detto che il processo sarebbe proseguito solo se si fosse presentata il 23 ottobre e avesse rinnovato la denuncia che aveva precedentemente presentato. Nonostante la sua volontà di farlo, un ritardo ha fatto sì che P.C. entrasse nell'aula del tribunale solo 10 minuti dopo che il giudice aveva già emesso la sentenza di non luogo a procedere a causa del tacito ritiro della querela. Questo è il risultato di una riforma legislativa, promossa dall'ex Ministro della Giustizia, Cartabia, che stabilisce che le truffe possono essere perseguite solo a seguito di una denuncia esplicita da parte delle vittime.

È possibile che il ritardo sia stato causato da problemi con i mezzi di trasporto, come un autobus o un treno in ritardo, o da difficoltà nel trovare un parcheggio per l'auto. Il risultato è che il processo, in cui l'uomo doveva rispondere all'accusa di aver organizzato una truffa ai danni di una donna di Preganziol, è finito in un nulla di fatto.

Il 44enne aveva pubblicato un annuncio su un sito web in cui affermava di possedere un cucciolo di cane di razza maltese. L'annuncio, corredato da una foto, includeva un numero di telefono a cui la donna, interessata all'animale, aveva telefonato. I due avevano concordato una cifra di circa 500 euro, più 50 euro per la spedizione dell'animale. La vittima aveva effettuato il pagamento regolarmente, ma il cucciolo non era mai arrivato. Dopo aver aspettato alcuni giorni, la donna aveva presentato denuncia presso i Carabinieri di Mogliano Veneto.

Tuttavia, questa denuncia era stata presentata nel 2018, quando le truffe erano perseguite secondo l'ordinamento precedente. Le cose sono cambiate con un decreto legislativo datato 10 ottobre 2022, finalizzato all'efficienza del processo penale e alle disposizioni per la rapida risoluzione delle controversie giuridiche. La donna aveva già dichiarato in aula che il reato sarebbe stato perseguibile solo se avesse rinnovato la denuncia e il tacito ritiro della querela non sarebbe avvenuto. Ma a causa di una questione di pochi minuti, non è riuscita a rispettare il termine, consentendo così all'imputato di uscirne indenne e di conservare il guadagno della truffa. Una svolta sorprendente in un sistema legale dove il tempo può essere cruciale per l'esito di un processo.

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