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"Fermare l’emorragia del commercio"

“Puntare su innovazione, saper sfruttare i bandi, fare rete, e continuare con i distretti”

"Fermare l’emorragia del commercio"

“Puntare su innovazione, saper sfruttare i bandi, fare rete, e continuare con i distretti”

L’emorragia del commercio dura da anni, ed investe tutti i livelli del settore. Emerge dallo studio di Confesercenti che evidenzia come, in Veneto, in 10 anni si siano perse circa 2mila attività. Un saldo negativo, fra nuove aperture e chiusure, di 2.088 imprese, che ha rilanciato l’allarme per la tenuta economica di molti comparti.

Alvise Canniello, direttore di Confesercenti Venezia Rovigo spiega che “si tratta di un problema comune a tutti i territori a livello nazionale e nella nostra regione. E ovviamente anche il Polesine soffre di queste criticità, calo delle imprese che si collega al difficile passaggio generazionale, nel senso che sempre più spesso le nuove generazioni faticano a raccogliere il testimone dei genitori, che loro stessi, a volte, puntano ad un’attività diversa per i figli, forse consapevoli dei sacrifici che occorre fare”.

I settori più in sofferenza sono quelli dove la concorrenza del commercio on line è più forte, “certo - continua Canniello - i negozi di vicinato sono quelli col maggior tasso di chiusura, la concorrenza del digitale e dei centri commerciali negli ultimi anni è stata netta”. Dopo la diagnosi, però Confesercenti vuole concentrarsi sulla terapia, sulle misure per invertire la rotta, o per tenere alla distanza. “Occorre investire sull’innovazione - scandisce il direttore dell’associazione di categoria - e parlo anche del tipo di servizio che si offre al cliente. Un ragionamento a 360 gradi, che comprende il negozio e come ci si rapporta all’utente. Il commercio on line è vincente perché punta sulla velocità? Bene allora il commercio tradizionale cerchi di migliorare questo aspetto, ma poi punti su ciò che l’on line non può dare, e cioè consulenza, rapporto umano, disponibilità al ‘reso’. Occorre curare insomma sia il marketing che la vendita e la post vendita”.

Per Canniello non è tutto, perché la strategia antichiusura passa anche dalla disponibilità “delle attività commerciali di fare rete, operare in sinergia. Anche per far capire al cliente che si è in gradi di aggredire il mercato e di essere competitivi. E in questo senso sono importanti i distretti del commercio”. Per Canniello infatti il sistema dei distretti funziona bene proprio in Polesine “qua - spiega - ho trovato disponibilità e sensibilità sia da parte delle imprese che delle istituzioni. Per questo sono ottimista e il lavoro che stiamo portando avanti a Rovigo è incoraggiante. Grazie ai fondi regionali occorre investire sul rinnovamento fisico e digitale delle attività commerciali. E poi lavorare sui sistemi energetici, perché ormai essere green aiuta e funziona”.

E le istituzioni cosa possono e devono fare? Canniello non ha dubbi: “A livello nazionale il sostegno a questo comparto economico non può che arrivare attraverso una riduzione della tassazione. L’inflazione ha colpito anche il commercio e il peso fiscale è anche una delle cause della moria di imprese negli ultimi anni”. Scendendo poi sul livello locale delle istituzioni “Regione e Comuni devono accompagnare il commercio dal punto di vista operativo e informativo, con l’attenzione al commercio di vicinato, sostenerlo con i bandi. D’altra parte però gli stessi esercenti, devono capire che occorre essere aggiornati e pronti a sfruttare i bandi e le occasioni per investire. Insomma l’impegno deve arrivare da istituzioni, ma anche dagli stessi operatori”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    25 Ottobre 2023 - 10:08

    vogliamo far ripartire l'italia? ELIMINARE la burocrazia!! le aziende,dalla piccola alla grande hanno lacci e laccini per adempiere alle burocrazie,messe solo per sistemare gli amici degl iamici.per assolverle,bisogna affidasrsi a professionisti..che hanno costi non indifferenti,questa è la leva da agire

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