VOCE
CASTELNOVO BARIANO
30.10.2023 - 20:29
Ha destato profondo cordoglio la scomparsa, dopo una breve malattia, di Leonardo De Biagi, classe 1951 (avrebbe compiuto 72 anni il prossimo 6 novembre), storico fornaio del paese il cui esercizio (chiuso nel 2000) era stato aperto addirittura dal nonno.
Le esequie hanno visto la partecipazione di tanta gente. La cerimonia funebre è stata officiata da don Graziano Giuriati. Alla fine la salma è stata cremata. Lo piangono la moglie Loredana Cadore, i figli Fabiola, Christian e Roberto, la nuora Annalisa, i nipoti Riccardo, Nicola, Giulia, Mattia, Viola e Stefano, la sorella Roberta, con i parenti e tanti amici.
Ed è proprio Loredana Cadore a tracciare un profilo del marito. “Con Leonardo avevamo progettato di trasferirci in un appartamento a Mantova, vicino a nostra figlia Fabiola. Abbiamo già venduto la nostra casa di San Pietro a una giovane coppia”.
“Ci siamo conosciuti nel 1970 - ricorda con commozione - in discoteca, all’allora Play Time di Legnago, e non ci siamo più lasciati. All’epoca io avevo solo 16 anni. Dopo la maturità scientifica, Leonardo ha studiato farmacia all’università di Bologna ma non ha finito gli studi. Gli mancava solo un esame e la tesi di laurea, quando, per necessità familiari, ha preso in mano con me la gestione del negozio di generi alimentari con forno, si lavorava assai".
"Allora la frazione di San Pietro era viva, attiva, giovane e il pubblico esercizio De Biagi da decenni era un riferimento generale, addirittura dai tempi del nonno di mio marito. Il papà Angiolino, noto maestro elementare, di notte faceva il pane e di giorno saliva in cattedra. Andato in pensione, ha lasciato il posto di fornaio-negoziante al figlio, che vi ha lavorato per alcuni decenni”.
“Leonardo - continua ancora la moglie - è sempre stato impegnato nel sociale in paese. Erano i tempi irripetibili: il 1974 della mitica Us Sampietrese, quando il calcio era tutto per la gente. Si arrivò alla Serie D in un centro di neanche mille anime, ne parlò addirittura il Times di Londra. Mio marito, seppur giovane, fu uno dei dirigenti responsabili. Chiuso il club, si tornò con i piedi per terra e si ricominciò dalla Terza categoria e mio marito era il presidente della società all’epoca della fusione con il Castagnaro”.
“Leonardo, oltre che fornaio, cominciò a fare l’agente di commercio per aziende italiane che producevano macchine per pastifici, impastatrici, banchi frigo e le vendeva dal Messico all’Argentina. Nel 2000 cedemmo il negozio-forno e mio marito si dedicò in pieno alla nuova attività sempre in Centro-sud America, ciò con tanta soddisfazione. Il Covid bloccò tutto e mio marito risentì della crisi, ma aveva voglia di riprendere. Invece la malattia ce lo ha portato via per sempre”.
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