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ECONOMIA

Solo un polesano su tre insegue la carriera

L’83% ricerca uno stipendio adeguato, mentre soltanto per il 25% è importante la formazione

Solo un polesano su tre insegue la carriera

ROVIGO - Al lavoro, ciò che importa è avere uno stipendio adeguato. I sogni di carriera, invece, toccano soltanto un polesano su tre: cifre molto lontane dal resto del Veneto dove, mediamente, il 55% dei dipendenti sogna un avanzamento. Insomma, sembra quasi che tra Adige e Po il lavoro sia un mezzo per sostenersi, ma che i veri valori, i sogni, gli obiettivi e le aspirazioni, vengano invece coltivati e inseguiti in altri ambiti della vita personale.

Sono alcuni dei rilievi di “Le nuove lenti per il mercato del lavoro”, la ricerca nazionale firmata Maw, l’agenzia per il lavoro e parte di W-Group, con un campione di oltre 2.600 lavoratori italiani (di cui circa un 10% proviene dal Veneto), che ha l’obiettivo di indagare bisogni, desideri e priorità dei lavoratori italiani e veneti in un momento di grandi sfide per il settore, e per fornire alle imprese uno strumento utile ad affrontare l’incremento del mismatching tra domanda e offerta di lavoro.

Sul posto di lavoro, i dipendenti veneti mettono al primo posto l’avere uno stipendio adeguato (77%): a Padova lo indica il 78%, a Rovigo e Verona l’83%, a Treviso il 79%, a Venezia il 67%, e a Vicenza il 77%. Oltre allo stipendio, i lavoratori veneti desiderano anche un bel clima lavorativo (56% per Vicenza, 73% per Verona, 55% per Venezia, 62% per Treviso, 46% per Padova, in media per il 59% in tutto il Veneto); crescita personale (33% per Vicenza, 53% per Verona, 43% per Venezia, 39% per Treviso, 50% per Padova, 43% per tutto il Veneto); e ambiente confortevole in azienda (41% in tutta la regione, 42% a Vicenza, 47% a Verona, 40% a Venezia, 40% a Treviso, 34% a Padova); e dove i carichi di lavoro siano adeguati (39% in tutta la regione, 39% a Vicenza, 53% a Verona, 35% a Venezia, 44% a Treviso, 31% a Padova).

Anche l’unione del team di lavoro è un aspetto particolarmente importante per il 40% dei lavoratori di Treviso e per il 37% di quelli di Verona, mentre lo è meno per i lavoratori padovani (solo 29%) dove invece conta di più che la sede di lavoro sia vicina a casa (38% e in tutta la regione aspetto importante per il 30% del campione). Bassi livelli di stress sono richiesti dal 32% dei lavoratori veneti, con picchi del 34% a Padova e Vicenza.

La carriera è molto importante per il 55% degli intervistati veneti (del tutto in linea con la media nazionale) ma, paragonata ad altri aspetti personali, si classifica al quarto posto dopo famiglia, realizzazione personale, e vita privata in generale. In particolare, a Padova conta molto per il 72% del campione, per il 53% dei lavoratori della provincia di Treviso, per il 60% a Venezia, per il 47% a Vicenza, mentre solo per il 27% a Verona e per il 33% a Rovigo.

I benefit sul posto di lavoro svolgono un ruolo determinante nell’attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti. Dall’analisi emerge tuttavia un parziale scollamento tra l’offerta dei datori di lavoro e i desiderata dei dipendenti in materia di benefit: il 45% dei rispondenti veneti, infatti, non ne percepisce nessuno. Un dato decisamente peggiore rispetto alla media nazionale di coloro che non percepiscono benefit, pari al 38%.

La formazione gratuita per i dipendenti è il più diffuso (27%), seguita dai buoni pasto (percepiti dal 25% dei lavoratori e in particolare dal 47% a Padova, dal 25% a Rovigo, dal 18% a Vicenza, dal 30% a Treviso, dal 14% a Venezia, dal 44% a Verona, e solo dal 7% a Vicenza). A Venezia sono particolarmente concessi il telefono aziendale e i pacchetti welfare con società terze (18% per entrambi). A Padova anche il telefono aziendale (32%). Dello smart working, invece, gode solo il 7% dei lavoratori veneti. A livello regionale, i benefit più ambiti sono i bonus in denaro (58%), seguiti dai buoni pasto (31%), e dalla formazione (22%).

Sul lavoro sono fondamentali i rapporti umani, di cui i colleghi sono un pezzo insostituibile. Dalla ricerca Maw è emerso anche che il rapporto con i colleghi è tra le principali ragioni (22%) per cui i lavoratori decidono di restare nell’attuale posto di lavoro. Altre ragioni sono la vicinanza della sede di lavoro a casa (35%), ben al di sopra della media nazionale del 30%, un buon bilanciamento vita-lavoro (17%). L’ambiente sui luoghi di lavoro, si sa, lo fanno le persone. Il rapporto con i propri colleghi è amichevole per il 59% dei dipendenti veneti, di fiducia per il 33% e stimolante per il 24%, anche se per un 21% è comunque migliorabile. Anche il rapporto con il proprio superiore è determinante per sentirsi a proprio agio sul posto di lavoro. In generale si registrano rapporti positivi con questa figura apicale, per il 33% è di fiducia, per il 31% è amichevole e per il 27% è migliorabile.

Sono poi state individuate le migliori caratteristiche che un leader dovrebbe avere: compare al primo posto l’essere in grado di valorizzare i talenti (44%), il saper ascoltare (42%), seguito dalla capacità di dare fiducia (34%), e dal saper stimolare il lavoro in team. Circa sei veneti su dieci non hanno lasciato il loro “miglior” datore di lavoro, ovvero colui o colei che incarnava tutte queste caratteristiche.

I lavoratori veneti che hanno deciso di cambiare lavoro almeno una volta nel corso della propria vita professionale (61%), lo hanno fatto perché non sentivano che il proprio contributo veniva riconosciuto (25%), o perché volevano cambiare la tipologia di azienda (19%) o perché non soddisfatti delle mansioni assegnate (18%) e per il 16% perché si sentivano sfruttati. A dichiararsi insoddisfatti della scelta compiuta è stato solo il 15% dei lavoratori veneti. Di questa percentuale, solo il 4% tornerebbe al lavoro precedente. Nell’indirizzare la scelta del cambio lavoro, la tipologia di contratto offerto ha contato per il 52%, seguito dalla vicinanza a casa (47%), la flessibilità di orario (46%), la possibilità di fare carriera (38%).

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