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la grande alluvione

Quando la storia allagò il Polesine

Una devastazione che richiese anni di sforzi per la ripresa. Un indelebile ricordo in molti polesani

Quando la storia allagò il Polesine

Oggi, 72 anni fa, la grande alluvione del Polesine. Il 14 novembre del 1951 il giorno impresso per sempre nella storia della provincia di Rovigo. Quel giorno cambiò la storia del territorio e della sua popolazione, il Po ruppe gli argini, dopo giorni e giorni di pioggia, nella serata del 14 novembre a Canaro e Occhiobello, provocando lutti e devastazioni. Cambiando il corso della storia e la stessa demografia di un territorio che ha impiegato decenni per riprendersi.

E sono tantissimi i ricordi che tornano alla memoria quando si avvicina il giorno dell’anniversario della grande alluvione. Ricordi fatti di storie che vengono da lontano, di vecchie fotografie, di lettere gelosamente custodite nei cassetti, di amicizie, di emigrazione e di bimbi mandati a passare l’inverno lontano da casa, di atti eroici come quello del capostazione di Occhiobello che salvò un intero treno con i suoi passeggeri mentre rischiava di finire travolto dalle acque. Ma anche di tragedie come quella della corriera della morte che finì travolta dalle acque. I morti a causa dell’alluvione furono un centinaio. Un dramma che colpì moltissime famiglie. Ma soprattutto una tragedia che segnò un’intera popolazione e un’intera terra per i decenni a venire.

Oggi in molti Comuni si ricorderanno quei tragici eventi, ci sono ancora persone che hanno impresso nella mente il momento in cui l’acqua invase tutto, devastando case e campagne, allagando un territorio e spostando migliaia di persone. Tutto racchiuso in sequenze incise nella carne viva del Polesine: il fiume che si ingrossa, gli argini che faticano a contenere la piena, la popolazione che scappa, corre sull’argine per osservare e cercare riparo. E poi la rotta degli argini a Paviole di Canaro e Malcantone di Occhiobello, con la forza del fiume che sommerge campi, stalle, strade e case. Le vittime, gli sfollati per mesi e mesi, e la ricostruzione, durata anni.

E anche questo anniversario, come quello degli altri anni, servirà per ricordare, ma anche per analizzare, fare il punto della situazione del nostro territorio e guardare avanti, ma anche indietro, sul percorso fatto da allora, sulla grandiosa opera di ricostruzione iniziata fin dai giorni immediatamente successivi alla catastrofe, e tracciare la strada del domani. La grande alluvione del 1951 è anche un’etichetta che il Polesine ha faticato e fatica a togliersi di dosso. Però quella data simboleggia anche un conto aperto con la propria storia con il quale fare i conti, giorno dopo giorno. Perché se il Polesine è quello che conosciamo oggi, se è diventato una terra in grande evoluzione, non si può mai dimenticare da dove si è partiti: dal 14 novembre del 1951. Quel giorno c’è stata la cesura, il prima e il dopo. La grande alluvione ha segnato questa terra; eppure il Polesine si è rialzato e continua a guardare avanti.

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